Un’amara riflessione della dirigente nazionale Franca Decandia della Confedercontribuenti dopo i fatti di Cinisi per i festeggiamenti dei 100 anni del boss Di Maggio: “povero Peppino, povera famiglia, poveri siciliani onesti, capisco il dolore di Giovanni, fratello di Peppino, al funerale di sua madre, una donna indomita, il paese non c’era. La signora Impastato che per anni ha lottato per la verità sulla morte di Peppino, infangato inizialmente come un sabotatore terrorista. Mi chiedo dov’è quella società civile che dice di non essere MAFIOSA, quella società che accende candele e che espone lenzuola?”
Continua la Decandia: “Magari sarebbero bastate 10 persone con una maglietta qualsiasi con una scritta a pennarello: Peppino stiamo con te, Peppino ci manchi, Peppino sei sempre con noi. Questo forse avrebbe impedito agli altri compaesani di andare lì a congratularsi con il centenario”.
Delusa, continua: “Dove stavano le associazioni antiracket del territorio che prendono anche i fondi dei PON sicurezza per parlare di legalità e contro l’illegalità sin nelle scuole? Forse erano in qualche riunione dove si discute come spartirsi i fondi del PON SICUREZZA? Come è possibile che nessun cittadino di Cinisi si sia scandalizzato per questo grave fatto, e che nei social nessuno abbia scritto questo schifo che sta succedendo, di questo scandalo…?”
Il sindaco avrebbe dichiarato che non sapeva dei fuochi d’artificio e che il Boss Di Maggio è innocuo.
Ricorda la Decandia: “Come fa ad essere innocuo una persona che ha deciso la vita e la morte di migliaia di persone per anni? Sono basita, delusa dai cittadini che si sono messi a compiacere un essere che per me era, è e sarà un verme schifoso.”
Non ci si può lamentare quando si dice che una parte di siciliani sta più con la mafia che con lo Stato.
I politici che non vedono e non parlano.
“Se non fosse stato per l’articolo di Salvo, non avremmo saputo nulla” fa notare la Decandia.
La Confedercontribuenti fa appello ai Cittadini di Cinisi di dimostrare che sono contro la mafia e con la legalità, invitando ad esporre lenzuola o cartelloni con scritte in pennarello: W Peppino Impastato, W gli eroi antimafia, sto con Peppino Impastato, sto con gli eroi antimafia, a morte la mafia.
Il sindaco dovrebbe vergognarsi perché per i festeggiamenti si sono voluti giorni di preparazione e tutti lo sapevano. E’ una ennesima sfida allo Stato, come il funerale dei Casamonica a Roma.
Conclude la Decandia: “Mi auguro di onorare Peppino punendo chi non ha cercato di fermare questa mega festa in onore del boss nella quale probabilmente c’era chi lo ha fatto ammazzare. Se ci fossi stata io non mi sarei chiusa in casa, ma mi sarei messa davanti alla porta del boss con una bella maglia con la scritta: Io sono Peppino Impastato! Noi della Confedercontribuenti faremo in modo che queste cose non accadano più, noi non le accettiamo. Affiancheremo e supporteremo chi denuncerà, senza avere timore. Non è vero che lo Stato non c’è! Non c’è solo quando ci si affida alla mafia”.