31 ottobre 1517. Martin Lutero affigge le sue 95 tesi sul portale della cattedrale di Wittenberg


di Gianni De Iuliis

Martin Lutero nacque ad Eisleben nel 1483 e ivi morì nel 1546. L’ambiente in cui crebbe Lutero era cattolico e severo, ma anche rozzo e volgare, al punto che nella fede dei genitori entrava una componente di superstizione popolare, attinta soprattutto al paganesimo germanico. Un evento del luglio 1505 indirizzò il suo futuro: mentre era in viaggio fu sorpreso da un violento temporale alle porte di Stotterheim, un villaggio sassone. Caduto a terra per gli effetti di un fulmine poco distante, rivolse una promessa a Sant’Anna: se si fosse salvato avrebbe abbracciato la vita monacale.
Il 17 luglio 1505, a ventidue anni, entrò nel convento agostiniano di Erfurt, dove approfondì gli scritti di San Paolo e Sant’Agostino. Qui, nel 1507, fu anche ordinato sacerdote. Il giovane monaco agostiniano si dedicò agli studi teologici ed alla pratica delle virtù monastiche, a cominciare dall’umiltà. Johann von Staupitz, colpito dalle sue capacità e dalla sua disciplina, lo segnalò a Federico III di Sassonia, che aveva appena fondato l’Università di Wittenberg e cercava nuovi docenti. Pertanto, nel 1508, Lutero iniziò a insegnarvi dialettica e fisica. Proseguì poi i suoi studi di teologia e delle sacre scritture. Nel 1510 fu inviato a Roma ove rimase scandalizzato per tutto quello che aveva constatato sulla condotta del clero.
Nel 1514 papa Leone X concesse l’indulgenza plenaria ad ogni fedele che, dopo la confessione e la comunione, avesse fatto un’offerta per la costruzione della basilica di San Pietro a Roma. In un contesto di notevole ostilità da parte dei tedeschi verso la predicazione delle indulgenze ebbe buon gioco Lutero: il 31 ottobre 1517 Lutero pubblicò le 95 tesi sul portale della cattedrale di Wittenberg, contro le indulgenze. Tre argomentazioni:
• Lutero si appellava al sentimento nazionale tedesco, che connotava un popolo austero, povero e quindi offeso dall’ostentazione del lusso papale;
• Lutero metteva in dubbio la giurisdizione del papa sul Purgatorio;
• Lutero negava che le colpe degli uomini potessero essere rimesse dalle indulgenze, considerate invece solo come un espediente per rimpinguare le finanze della Chiesa.
Il pontefice Leone X con la bolla papale Exsurge Domine condannò le tesi luterane e gli chiese di ritrattare le sue idee. Lutero, come gesto di rifiuto, bruciò pubblicamente la bolla papale, gesto che gli valse la scomunica. Lutero chiese un concilio cristiano in terra tedesca e in ogni caso non ritrattò mai le sue tesi. Fu salvato dalla condanna a morte solo grazie all’intervento di Federico III di Sassonia, che ne simulò il rapimento, portandolo al castello di Wartburg, dove si dedicò alla traduzione delle sacre scritture, dal latino in lingua tedesca, divenendo per la lingua tedesca ciò che fu Dante Alighieri per la lingua italiana.