30 LUGLIO: GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’AMICIZIA


 

 

Nel 2011, con la risoluzione A/RES/65/275, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite istituiva la Giornata internazionale dell’amicizia. Da quel momento, il 30 luglio le nazioni, i popoli e i singoli ricordano questa ricorrenza.

L’Assemblea definisce l’amicizia un “sentimento nobile e prezioso nella vita degli esseri umani in tutto il mondo” e ne celebra l’importanza non solo all’interno di un’ottica personalistica relazionale ma anche promuovendo i valori di coesione e solidarietà tra Paesi, culture e nazioni, sottolineandone la centralità in quanto veicolo di pace, unione e reciproca comprensione.

L’AMICIZIA COME VALORE IMPRESCINDIBILE NELLA VITA DELL’UOMO

Alcune ricerche stanno rivelando che gli esseri umani iniziano i loro processi di socializzazione già in tenera età, addirittura a partire dal primo anno di vita, periodo in cui i bambini cominciano a sperimentare le loro prime relazioni all’interno del gruppo dei propri simili. Gli studi dimostrano che già a quell’età i bambini agiscono comportamenti differenti nei confronti degli altri bambini, in rapporto al grado di contatto e familiarizzazione che hanno avuto con loro.

Con l’avanzare dello sviluppo, gli esseri umani aumentano le loro necessità di confronto tra coetanei, alimentando al tempo stesso bisogni d’interazione, collaborazione, confidenza, unicità relazionale ed empatia.

L’amicizia diventa, allora, un’oasi dove rifugiarsi per condividere piccoli segreti, passioni, giochi e progetti in cui i bambini si ritrovano e cooperano involontariamente per la loro crescita e quella che sarà la loro vita da adulti. Le relazioni infantili tra pari diventano, così, un’agorà in cui i futuri uomini e donne si scambiano e manifestano le loro preferenze, le loro attitudini e le loro caratteristiche, le quali già permettono di cogliere alcune delle peculiarità personologiche e interiori proprie di ognuno.

L’interscambio comporta e favorisce, però, anche l’esternazione delle componenti emotive del bambino, di come vive la rabbia, la competitività, la frustrazione, la rivincita, il dolore, la solitudine, l’abbandono, la gioia, lo stupore.

Crescendo, le relazioni evolvono e si affinano; si attua, così, un processo selettivo che comporta la scelta di determinate comitive e amici, vagliati in base ai propri interessi, atteggiamenti e predisposizioni e che continuano a rappresentare strumenti di crescita, dibattito e incontro vicendevoli.

Le relazioni amicali diventano, durante tutto il processo esistenziale, un esercizio costante di promozione di valori imprescindibili all’interno della socialità, quali la lealtà, il disinteresse materiale nelle relazioni affettive, la reciprocità, la tolleranza e la comunicabilità, a prescindere dai quali sarebbe impossibile per i gruppi umani coesistere e cooperare pacificamente e in maniera costruttiva all’interno di realtà complesse come quelle della società contemporanea.

L’AMICIZIA E I RAPPORTI UMANI NELL’ERA DEI NEW MEDIA

Soprattutto nei giovani, lo sviluppo e la diffusione massiva dei nuovi media, in particolare dei social network e delle applicazioni di messaggistica istantanea, hanno modificato la dinamica delle relazioni sociali. Se è vero che da una parte gli strumenti telematici aiutano le persone a tenersi in contatto e a raccontarsi malgrado le distanze, è altrettanto vero che il contatto fisico e il confronto visivo viene limitato.

Questa distanza relazionale si è acuita notevolmente in questi ultimi due anni di pandemia, che hanno costretto le persone all’isolamento e alla solitudine, incrementando, così, l’utilizzo dei mezzi di rete come strumento per il mantenimento dei rapporti umani e per lo svolgimento di attività essenziali allo sviluppo come quelle scolastiche.

Il Prof. Tonino Cantelmi, psichiatra e psicoterapeuta, sostiene che “Siamo sempre più connessi, più informati, più stimolati ma esistenzialmente sempre più soli”: la distanza corporea tra individui impaccia lo scambio empatico, le emozioni on-line sono descritte da emoticon e gif ma l’interazione umana presuppone un contatto fisico e visivo, tramite il quale entrare in comunione con l’emotività, lo sguardo, le espressioni e le movenze dell’altro, manifestazioni tangibili dell’essere che sostengono la consonanza o la dissonanza comunicativa.

L’amicizia è fatta anche di abbracci, gite insieme, brindisi e vicinanza, senza schermi divisori. Per questo, è importante cominciare a ri-trovare la corporeità nell’amicizia e a ri-vivere il contatto umano all’interno di una sana convivialità e reciprocità che promuovano l’amicizia come un processo funzionale di costruzione e progresso delle comunità e del singolo.

di Ornella Capitani e Cristina Colantuono

 

fonte: istitutopsicoterapie.com/