Confedercontribuenti: ma Banca Intesa c’è o ci fa?


Superbonus, le erogazioni riprenderanno poco per volta. Le Banche quindi in autotutela adottano procedure più prudenti rispetto al passato, perché alcune incognite non sono ancora state risolte sulla responsabilità delle banche. Intanto le aziende falliscono.

 

di Redazione

 

Dalla primavera di quest’anno, tre grandi banche italiane, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banco Bpm, avevano smesso di acquistare nuove detrazioni legati ai bonus edilizi, limitandosi quindi allo smaltimento delle pratiche per cui si erano già impegnate. Ora, però, gli istituti di credito dovrebbero rimettersi in moto, applicando le norme appena introdotte dal legislatore, con l’obiettivo di riattivare le piattaforme per l’acquisizione di nuove pratiche e smaltire gli arretrati, dopo la circolare e i chiarimenti attuativi dell’Agenzia delle Entrate.

Tra le soluzioni adottate per far ripartire il comparto bonus edilizio vi è quello di cedere a terzi o rivendere ad altri soggetti le detrazioni acquisite. Purtroppo, la ripartenza, salutata favorevolmente da tutti gli attori coinvolti, stenta a decollare.

Le banche si stanno muovendo su due fronti. Da una parte, stanno cercando di rivendere le detrazioni acquisite ad altri soggetti. Dall’altro lato, non stanno comprando nuovi crediti, ma stanno intensificando le pratichedi acquisto che erano rimaste in sospeso e che in molti casi erano state rallentate dalla burocrazia e dall’incertezza.

Tra i più attivi nel settore sembrava esserci proprio Intesa San Paolo, che ha trovato delle partnership a cui cedere i crediti fiscali.

Infatti, Intesa Sanpaolo e la società Autotorino hanno già siglato il primo accordo in Italia per la ricessione dei crediti fiscali legati al Superbonus, dando piena attuazione al Decreto Aiuti che ha previsto la ricessione al mondo delle imprese.

Obiettivo della ricessione, che consente l’ampliamento della capacità fiscale della banca, è riavviare progressivamente il mercato della cessione dei crediti, a beneficio delle imprese del settore delle costruzioni in difficoltà a causa del blocco delle cessioni.

Nello stesso tempo, la Banca sta cercando di smaltire l’arretrato e le pratiche in sospeso. L’obiettivo è concentrarsi, insomma, sulla “coda” rimasta, in attesa di potere eventualmente passare poi all’acquisto di nuove posizioni.

Tante belle parole, ma che non trovano riscontro nella realtà. Purtroppo, a volte la mano sinistra non sa quello che fa la mano destra.

Il Presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, denuncia: “In Sicilia così come nel resto d’Italia, Banca Intesa ha funzionari e dirigenti nel pallone, perché non sanno cosa fare, pochi autonomi rispetto alle direttive della Direzione centrale. Sembra che il sistema si sia impallato. Intanto fanno morire le aziende che aspettano i soldi del 110. Non ci restano che le denunce all’Autorità Giudiziaria”.

Bisogna dire che la normativa in questione non è delle più chiare. Per tale motivo, le erogazioni riprenderanno poco per volta. Le banche quindi in autotutela adottano procedure più prudenti rispetto al passato, perché alcune incognite non sono ancora state risolte sulla responsabilità delle banche.

Con questo stato di frustrazione e incertezze, le imprese falliscono perché non riescono a far fronte ai debiti con i fornitori. Falliti nonostante abbiano crediti con lo Stato”, conclude Finocchiaro.