I sette fratelli Cervi, ossia Gelindo (nato 1901); Antenore (1906); Aldo (1909); Ferdinando (1911); Agostino (1916); Ovidio (1918) ed Ettore (1921), erano i figli di Alcide Cervi e di Genoeffa Cocconi e appartenevano a una famiglia di contadini con radicati sentimenti antifascisti. Dotati di forti convincimenti democratici e cattolici (il padre era iscritto ai giovani dell’ACI), presero attivamente parte alla Resistenza e presi prigionieri, furono torturati e poi fucilati dai fascisti il 28 dicembre 1943 nel poligono di tiro di Reggio Emilia. La loro storia è stata raccontata, fra gli altri, dal padre Alcide Cervi.
Tutti e sette i fratelli sono stati decorati con Medaglia d’argento al valor militare. Ai fratelli Cervi sono state dedicate molte vie in varie città italiane.
Alla vicenda dei Cervi Piero Calamandrei ha dedicato una famosa Epigrafe. Ai fratelli Cervi, alla loro Italia è anche il titolo di una poesia di Salvatore Quasimodo. Il figlio di uno dei fratelli Cervi, Adelmo (figlio di Aldo), porta avanti la memoria della sua famiglia con l’impegno politico e culturale a favore della Costituzione italiana.