di Gianni De Iuliis
Huxley nacque il 26 luglio 1894 a Godalming, nella contea del Surrey, in Inghilterra. Morì il 22 novembre 1963, lo stesso giorno dell’assassinio del presidente Kennedy. Nel 1961 un incendio aveva distrutto la sua libreria. Pare abbia confidato a un amico: «Vedi un uomo senza passato», a sottolineare la sua profonda convinzione del legame indissolubile che lega la cultura e i libri alla costruzione dell’identità.
Nacque in una nota famiglia di scienziati e personaggi eminenti della vita pubblica inglese del XIX secolo. Aldous sceglie la strada della letteratura e nel 1915 si laurea a Oxford. Ma il suo carattere non si addice a un futuro da sedentario accademico. Ama scrivere, viaggiare, sperimentare. Dal 1923 al 1930 vive in Italia, con intervalli di soggiorno in India. Huxley era un umanista e pacifista, ma si è anche interessato a temi spirituali come la parapsicologia e il misticismo filosofico. Era noto anche per la sperimentazione con gli psichedelici e il sostegno al loro uso per la ricerca interiore.
Il suo capolavoro è Brave New World (Il Mondo Nuovo, 1932), un romanzo ambientato in un mondo futuro in cui vige un regime totalitario.
Il titolo è ispirato all’opera La Tempesta di William Shakespeare, in cui la protagonista, Miranda, esiliata su un’isola deserta sin da quando era bambina insieme al padre Prospero, esclama: «Oh brave new world that has such people in it!», quando vede altri esseri umani per la prima volta.
La storia è ambientata nel 2540 D.C. a Londra. La scienza e la tecnologia hanno raggiunto un tale livello che la stabilità sociale ed economica si basa su un sistema gerarchico creato scientificamente. Gli esseri umani sono creati in laboratorio secondo i principi della produzione in serie. Dopo la nascita sono sottoposti al lavaggio del cervello in modo che siano sempre felici. Tutta la popolazione è divisa in categorie, dopo essere stata classificata e selezionata in base al suo ruolo futuro nella società. Ognuno deve accettare la sua casta d’appartenenza senza protestare.
Il motto di questa società è Comunità, Identità, Stabilità e il suo scopo è la felicità dei suoi cittadini, spesso raggiunta mediante la somministrazione di una droga allucinogena che consente di fuggire dalla noia e dalla solitudine, creando un sentimento di benessere e felicità.
La società è controllata da dieci dittatori benevoli che vigilano su tutti gli aspetti della quotidianità, intervenendo per appianare le tensioni legate alle passioni umane tipiche del vecchio mondo. La letteratura, l’arte e la filosofia sono soppresse, il matrimonio e la famiglia sono aboliti.
Il romanzo è stato descritto come un libro «profetico». Anticipò infatti molti aspetti del mondo futuro. La purezza genetica della società creata da Huxley anticipa la futura politica nazista tedesca. Lo scrittore annuncia anche le manipolazioni genetiche e la clonazione.
I cittadini più intelligenti sono insoddisfatti della loro vita. Un nuovo personaggio, il «selvaggio John», che rappresenta l’uomo che vive secondo la sua volontà e secondo natura, rivela i limiti e le ingiustizie di questa società perfetta in cui ogni individuo è sottomesso alle necessità dell’ordine sociale stabilito.
John difende la bellezza dell’arte, della letteratura e delle opere di Shakespeare, ma uno dei dieci dittatori afferma che le arti e le azioni creative devono essere sacrificate in nome della stabilità da cui dipende la felicità del popolo. John è un sostenitore della libertà, anche se questa può causare infelicità e dolore. Alla fine John si toglie la vita e la sua morte è il simbolo del profondo pessimismo di Huxley nei confronti della civiltà occidentale del futuro.