di Gianni De Iuliis
Harry S. Truman (1884 –1972) è stato un politico e militare statunitense, 33º presidente degli Stati Uniti d’America dal 1945 al 1953.
Truman fu eletto al Senato degli Stati Uniti dal Missouri nel 1934 e ottenne rilevanza nazionale come presidente della Commissione Truman volta a ridurre gli sprechi e l’inefficienza nei contratti di guerra. Poco dopo essere salito alla presidenza, autorizzò il primo e unico uso di armi nucleari in guerra. L’amministrazione Truman si impegnò in una politica estera internazionalista e rinunciò all’isolazionismo. Radunò la sua “coalizione del New Deal” durante le elezioni presidenziali del 1948 e vinse a sorpresa, assicurandosi il mandato presidenziale.
Dopo l’inizio della guerra fredda, Truman supervisionò il ponte aereo per Berlino e il piano Marshall nel 1948. Quando la Corea del Nord invase la Corea del Sud nel 1950, ottenne l’approvazione delle Nazioni Unite per intervenire in quella che divenne nota come la guerra di Corea. Sulle questioni interne, i progetti di legge approvati da Truman dovettero affrontare l’opposizione di un Congresso conservatore, ma la sua amministrazione guidò con successo l’economia statunitense attraverso le sfide economiche del dopoguerra. Nel 1948 presentò la prima legislazione globale sui diritti civili e emise l’Ordine esecutivo 9981 per iniziare l’integrazione razziale nelle agenzie militari e federali.
La corruzione nell’amministrazione Truman divenne una questione di campagna centrale nelle elezioni presidenziali del 1952. Dopo la vittoria elettorale del repubblicano Dwight Eisenhower contro il democratico Adlai Stevenson II, Truman iniziò una pensione finanziariamente difficile, segnata dalla fondazione della sua biblioteca presidenziale e dalla pubblicazione delle sue memorie. Dopo che ebbe lasciato l’incarico, la sua presidenza venne criticata, sebbene la rivalutazione critica del suo mandato sia stata favorevole.