Di Gianni De Iuliis
Juan Domingo Perón (1895 –1974) è stato un generale e politico argentino. Fu presidente dell’Argentina dal 1946 al 1955 quando venne rovesciato da un colpo di Stato militare. Rieletto alla stessa carica nel 1973, morì l’anno dopo, venendo sostituito dalla terza moglie Isabel Martínez de Perón.
I seguaci di Perón — originariamente chiamati anche descamisados, «scamiciati», a indicare simbolicamente la provenienza dagli strati popolari della società — acclamavano i suoi sforzi per eliminare la povertà e dare maggior dignità al lavoro, mentre i suoi oppositori politici lo hanno considerato un demagogo e un dittatore. Diede vita al movimento politico conosciuto come peronismo o giustizialismo (justicialismo), che si proponeva come una terza via fra il capitalismo e il socialismo.
Perón costruì la sua immagine anche grazie all’aiuto della seconda moglie, Evita Perón. Il movimento peronista fu sincretico, talora definito populista unendo il socialismo, il patriottismo e la terza via economica, con alcune similitudini col fascismo italiano (sebbene egli non abbia mai dichiarato affinità in tal senso) senza rinnegare, perlomeno retoricamente, la democrazia, la sovranità popolare e il socialismo nazionale. Si ispirò anche alle politiche economiche keynesiane e dirigiste del New Deal di Franklin Delano Roosevelt. In politica estera sostenne il distacco dell’Argentina dall’influenza degli Stati Uniti, e al contempo una politica terzomondista, di neutralità e di non allineamento nei confronti dei due blocchi (filosovietico e filostatunitense) della guerra fredda. Nel 1973, durante la sua seconda presidenza, l’Argentina entrò difatti a far parte del Movimento dei paesi non allineati.