23 novembre 1980. Terremoto dell’Irpinia


 

di Gianni De Iuliis

Il terremoto dell’Irpinia del 1980 fu un sisma che si verificò il 23 novembre 1980 e che colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale.

Caratterizzato da una magnitudo di 6.9 (X grado della scala Mercalli[) con epicentro tra i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania, causò circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e, secondo le stime più attendibili, 2.914 morti.

Gli effetti, tuttavia, si estesero a una zona molto più vasta interessando praticamente tutta l’area centro meridionale della penisola.

Un altro elemento che aggravò gli effetti della scossa fu il ritardo dei soccorsi. Il primo a far presente questa grave mancanza fu il presidente della Repubblica, Sandro Pertini. Il 25 novembre Pertini si recò in elicottero sui luoghi della tragedia.

Di ritorno dall’Irpinia, in un discorso in televisione rivolto agli italiani, l’allora Capo dello Stato denunciò con forza il ritardo e le inadempienze dei soccorsi, che sarebbero arrivati in tutte le zone colpite solo dopo cinque giorni. Le dure parole del presidente della Repubblica causarono l’immediata rimozione del prefetto di Avellino Attilio Lobefalo e le dimissioni (in seguito respinte) del Ministro dell’interno Virginio Rognoni. Il discorso del Capo dello Stato ebbe come ulteriore effetto di mobilitare un gran numero di volontari che furono di grande aiuto, in particolare durante la prima settimana dal sisma. L’opera dei volontari fu in seguito pubblicamente riconosciuta anche con una cerimonia a loro dedicata in Campidoglio, a Roma.