Nella regione dei borghi e delle città d’arte tra le più belle d’Italia ogni collina ha il suo vino e ogni paese la sua specialità, cominciando dal grande protagonista dell’autunno: il tartufo (compreso il bianco pregiato). Ecco come scoprire il meglio
Tanto per cominciare, nelle Marche ogni collina ha il suo vino: quindici vini DOC e cinque DOCG che sono l’abbinamento perfetto per piatti sublimi della cucina locale, tanti prodotti tipici come salumi i formaggi strepitosi e materie prime di una qualità unica in Italia. Su tutti il tartufo, il più prezioso dei frutti del sottobosco, di cui le Marche sono ricchissime, sia nella varietà nera che in quella bianca, la più pregiata. Il momento migliore per scoprire tutto questo è ora, anche perché in tante provincie della regione ci sono fiere ed eventi dedicati proprio al re della tavola.
PESARO e URBINOLa provincia di Pesaro è un ottimo punto di partenza: il luogo di eccellenza della tartuficoltura regionale. Il posto per cominciare un itinerario perfetto è Pergola, borgo lungo l’alta valle del fiume Cesano piccolo e ricchissimo di arte: è la «Città delle cento chiese», con maestosi palazzi storici, nota anche per i famosi Bronzi Dorati ritrovati a Cartoceto, uno dei pochissimi grandi gruppi scultorei equestri in bronzo dorato dell’antichità romana giunti fino a noi. Pergola è la terra della Vernaccia Rossa, del vino DOC Sangiovese dei Colli Pesaresi, del Moscatello, il Vinsanto ed il Visner (noto anche come «vino di visciole»), ma anche del tartufo bianco pregiato, a cui in autunno si dedica una Fiera Nazionale. L’ultimo giorno è il 17 ottobre: una giornata speciale da trascorrere assaggiando meraviglie su bancarelle lunghe due chilometri. Poco distante, anche Sant’Angelo in Vado ha la sua Mostra Nazionale del Tartufo bianco: qui l’appuntamento è il 16-17, 23-24, 30- 31 ottobre, giorni in cui in tutto il centro storico ci saranno stand, appuntamenti per bambini, ma anche culturali per vivere le meraviglie di questo borgo medioevale, come il trecentesco Palazzo della Ragione sovrastato dalla Torre Civica e chiese bellissime come quella di San Francesco, poco distante dalla Domus del mito, il più importante ritrovamento archeologico venuto alla luce negli ultimi 50 anni con oltre mille metri quadrati di mosaici e affreschi che tolgono il fiato. Il 24, 30, 31 ottobre e 1, 6, 7, 13, 14 novembre l’altra imperdibile fiera del tartufo è ad Acqualagna, la più celebre delle località marchigiane del pregiato tartufo bianco. Con la sua festa ogni anno richiama tanti appassionati che si riuniscono tra gli stand del suo bel centro storico e tra i tavoli del Palatartufo, dove si assaggiano i frutti preziosi che crescono nei terreni incontaminati della Riserva naturale statale del Furlo. Qui una passeggiata extra fiera è d’obbligo, magari in compagnia di un tartufaio e una guida alla scoperta di bellezze naturalistiche come la spettacolare gola del Furlo che si apre lungo le ripide pareti di calcare dei monti Pietralata e Paganuccio. L’idea in più? Provare il connubio tartufo e vino: Pesaro è la zona del Bianchello del Metauro DOC, un bianco sublime.
ANCONALa provincia di Ancona invece, è la terra del Verdicchio, uno dei vini DOC più famosi e conosciuti delle Marche nonché uno dei più amati vini italiani. La zona originaria di produzione è quella dei Castelli di Jesi, che è contemporaneamente una delle più eclettiche della regione: lo si capisce subito arrivando a Jesi, la città dove nacque l’imperatore Federico II di Svevia, segnalata dall’UNESCO come “città esemplare” per l’integrazione architettonica dei suoi vari strati storici. Conserva intatta una cinta muraria del XIII secolo che circonda un centro storico da scoprire una tappa dopo l’altra, almeno due su tutte: il Museo Federico II Stupor Mundi, primo grande polo multimediale dedicato alla figura dell’imperatore e Palazzo Pianetti sede della Pinacoteca Civica, che vanta un consistente gruppo di opere di Lorenzo Lotto e una magnifica Galleria a stucchi in stile Rococò. Del territorio dei Castelli di Jesi fa parte anche Cupramontana: qui il Verdicchio, di cui è considerata la capitale, offre lo spunto per visitare un borgo senza tempo in mezzo al verde. Il suo Museo internazionale dell’etichetta del vino custodisce un’originale raccolta di etichette provenienti da ogni parte del mondo firmate da grandi artisti. Si trova nelle grotte del Monastero di Santa Caterina, una mecca per gli amanti dell’enogastronomia poiché include «La strada del Gusto», un percorso attraverso i sapori, le tradizioni e le aziende del territorio, ed «Enocupra», enoteca attrezzata per la ristorazione, ma anche l’«Horto de i Semplici», un tempo sede dell’orto monastico.
MACERATAInseguendo il profumo del Verdicchio, si può arrivare fino alle colline maceratesi, nell’alta Valle dell’Esino: qui il Verdicchio di Matelica è un’altra grande specialità, valido pretesto per una visita a questo borgo premiato con la Spiga Verde dalla Fee e Legambiente per la sua attenzione alla sostenibilità. Per un weekend perfetto abbinate una visita alla vicina Abbazia benedettina di Sant’Urbano: è una delle chiese romaniche più affascinanti e misteriose delle Marche dove ogni anno, il 25 maggio e il 19 luglio, si ripete il fenomeno dell’«occhio luminoso», quando un raggio di luce entra da un occhio posto sopra l’abside e attraversa l’abbazia e la cripta colpendo un cerchio scolpito alla base di una sola delle colonne, l’unica con base circolare. Per brindare con le bollicine, invece, si va a Serrapetrona: altro meraviglioso borgo medievale arroccato sulle colline, dove si produce la Vernaccia, spumante Docg rosso naturale. Provatelo passeggiando in vigna e prima o dopo aver visto i luoghi più rappresentativi, come la chiesa di San Francesco, con la singolare facciata rivolta verso le montagne, dov’è custodito il maestoso polittico quattrocentesco di Lorenzo D’Alessandro. Restando in provincia, merita una visita anche Loro Piceno, paese del Vino Cotto, nettare giallo ambrato, la cui storia è raccontata in un museo dedicato alla sua preparazione, pit stop obbligato del suo centro storico dove persino i palazzi nobiliari ricordano il legame profondo tra il paese e vino.
FERMOScendendo più giù, verso Fermo, ci sono tante altre scoperte per gli appassionati e la più sorprendente è tra le montagne: si tratta di Amandola, la «Regina dei Sibillini», immersa in un contesto naturale meraviglioso, tra le rive del fiume Tenna e i boschi, appena diventata borgo Bandiera Arancione del Touring: un vero e proprio marchio di qualità che certifica non solo la bellezza di una località, ma anche la capacità di chi la gestisce di valorizzarla in modo sostenibile. È la meta perfetta di una vacanza slow, per i suoi paesaggi, il suo bel centro storico adagiato su tre colli pieno di palazzi, chiese e vicoli, e per le prelibatezze. In primis il Tartufo Bianco, che si celebra con il festival «Diamanti in Tavola» l’ 1, 6, 7, 13, 14 novembre: una tradizione che va avanti da vent’anni, è un’occasione unica per assaggiare il bianco pregiato dei Sibillini proposto direttamente dai tartufai poco dopo averlo trovato dai boschi, magari abbinano al vino Falerio, bianco tipico della zona. Il suo paese d’origine è Falerone, che vanta il teatro romano meglio conservato nelle Marche ancora oggi usato per i grandi spettacoli. Si trova nel cuore di un’aere archeologica di 30 ettari in cui si scopre la grande storia di questa località che fino al IV secolo d.C. è stata uno dei centri più fiorenti della regione. Questo piccolo borgo è stato anche uno dei più vivi centri francescani, e a testimoniarlo ci sono monumenti e chiese meravigliose, come quella longobarda di San Paolino, riccamente decorata.
ASCOLI PICENOChi ama i grandi vini deve assolutamente provare un tour nella provincia di Ascoli Piceno, cominciando da Offida, antico borgo racchiuso da mura castellane del XV secolo, su uno sperone roccioso tra le valli del Tesino e del Tronto. È famosa per lavorazione del merletto a tombolo, a cui sono dedicate tante botteghe del centro storico, un museo e persino un monumento, e non a caso è anche il borgo in cui ha sede l’enoteca regionale che offre una panoramica completa della produzione enologica del Piceno e delle Marche. Si trova nell’ex-monastero di San Francesco ed è il miglior posto per scoprire i grandi vini del territorio: la Passerina e il DOC Rosso Piceno. Vini strepitosi che si abbinano meravigliosamente a prodotti tipici della zona come il Pecorino di Offida e alla generosa cucina locale, con piatti noti e amati ormai in ogni angolo d’Italia cominciando dal fritto misto e dalle olive all’ascolana, deliziose grazie alle olive ovali e dalla polpa tenera e dolce che così come in provincia di Ascoli non ci sono da nessuna parte. Vale la pena provarle anche tra i ristoranti del centro storico di Ascoli Piceno, che è tappa fissa per chi passa da queste parti: è uno dei più belli d’Italia, costruito quasi interamente in travertino, e ogni angolo offre una sorpresa. Adorerete perdervi tra le sue torri gentilizie e campanarie (è «la città delle Cento Torri»), le sue piazze incorniciate da palazzi e chiese monumentali come la Cattedrale di Sant’Emidio (che custodisce il grande polittico di Sant’Emidio di Carlo Crivelli). Alla fine, in mezzo a tanta bellezza e tanta bontà vi renderete conto come, in certi posti, una sola vacanza può davvero valerne molte di più.
fonte: Vanity Fair