Nella notte tra il 5 e il 6 aprile 2009, alle 3:32, una scossa di 5.8 gradi della scala Richter (Mw 6.3) colpisce il capoluogo abruzzese provocando gravi danni anche alle città limitrofe. Il terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009 è considerato uno dei sismi più disastrosi della storia contemporanea.
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Il terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009
Il terremoto dell’Aquila del 2009 è considerato come uno dei più gravi sismi della storia contemporanea a causa dell’entità dei danni provocati alle città colpite. Una serie di eventi sismici, iniziati nel dicembre 2008 e terminati nel 2012, ha avuto epicentri nell’intera area della città, della conca aquilana e di parte della provincia dell’Aquila (bassa Valle dell’Aterno, Monti della Laga e Monti dell’Alto Aterno).
La scossa principale, verificatasi il 6 aprile 2009 alle ore 3:32, con una magnitudo momento (Mw) pari a 6,3, con epicentro nella zona compresa tra le frazioni di Roio Colle, Genzano di Sassa e Collefracido (località Colle Miruci a Roio), ha interessato buona parte del territorio posto a cavallo tra Italia centrale e Italia meridionale.
Nelle 48 ore dopo la scossa principale e nei giorni successivi si registrarono altre 256 scosse o repliche, delle quali più di 150 nel giorno di martedì 7 aprile, di cui 56 oltre la magnitudo 3,0 ML. Tre eventi di magnitudo superiore a 5,0 avvennero il 6, il 7 e il 9 aprile. Dall’esame dei segnali della stazione INGV aquilana (AQU, ubicata nei sotterranei del Forte spagnolo) furono conteggiate oltre 10.000 scosse. Lo sciame sismico successivo all’evento principale del 6 aprile si sposta dunque in zone limitrofe a nord-ovest della città e in generale della conca aquilana (Pizzoli, Campotosto e Montereale).
Un altro evento di magnitudo 4,7 Mw avvenne alle ore 22:58 del 22 giugno, con epicentro vicino all’abitato di Pizzoli, a 11 km dall’Aquila.
Quali furono gli effetti e i danni provocati dal sisma dell’Aquila del 2009?
Alla luce dei danni e delle vittime, il sisma dell’Aquila del 2009 risulta il quinto terremoto più distruttivo in Italia in epoca contemporanea dopo il terremoto di Messina del 1908, il terremoto di Avezzano del 1915, il terremoto del Friuli del 1976 e il terremoto dell’Irpinia del 1980.
Il terremoto è stato avvertito su una vasta area comprendente tutto il Centro Italia, fino a Napoli, causando panico tra la popolazione. Tra le regioni più colpite figura l’Abruzzo, seguita dal Lazio, ma alcuni lievi danni sono stati riscontrati fino alla zona di Ascoli Piceno, nelle Marche. Secondo le stime inviate dal Governo italiano alla Commissione Europea per accedere al Fondo Europeo di Solidarietà, il danno ammonta a circa 10,212 miliardi di euro avendo il sisma colpito direttamente una città e non una semplice zona rurale.
Il bilancio definitivo è di 309 vittime, oltre 1.600 i feriti. Fortunatamente, sono state numerose le persone estratte vive dalle macerie, anche dopo molte ore dalla scossa principale.
Il sisma ha distrutto completamente molti edifici, tra cui la sede della Prefettura dell’Aquila, che avrebbe dovuto essere il centro di coordinamento dei soccorsi, e la Casa dello Studente, in cui morirono otto studenti universitari.
Oltre alla Prefettura, tra gli edifici più importanti che sono crollati o fortemente lesionati in città ci sono la cupola della Chiesa delle Anime Sante, l’abside e transetto del Duomo e della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, una parte della Casa dello Studente, il Dipartimento di Lettere e Storia e il Polo d’Ingegneria ed Economia dell’Università dell’Aquila presso Roio e l’hotel “Duca degli Abruzzi”. La situazione più grave, escludendo il centro storico dell’Aquila, risultò in Via XX Settembre, geomorfologicamente sfavorita, e nella zona della Villa Comunale dove molte abitazioni furono dichiarate inagibili.
Il sisma ha apportato danni notevoli anche al patrimonio storico-artistico di cui era particolarmente ricca la città dell’Aquila: tutte le chiese (più di un centinaio), a partire dalle più importanti basiliche, sono state dichiarate immediatamente inagibili per lesioni o crolli importanti assieme a palazzi storici nel centro storico compreso il Forte spagnolo, uno dei simboli della città.
Quali azioni sono state intraprese per sostenere le popolazioni colpite e quali le opere di ricostruzione dopo il terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009?
L’evento nell’immediato ha comportato un dispiegamento notevole di forze di polizia, mezzi di soccorso aerei e terrestri di vigili del fuoco, protezione civile, esercito, Marina Militare e Aeronautica Militare. Le fasi dell’emergenza furono suddivise in una prima fase costituita dagli immediati e successivi soccorsi ai coinvolti, una fase costituita dalla realizzazione e gestione delle tendopoli e una dalla realizzazione delle case provvisorie per quanto riguarda l’emergenza abitativa e in ultimo quella della messa in sicurezza degli edifici lesionati e della successiva ricostruzione. Subito dopo la prima e la seconda fase dell’emergenza la Protezione Civile interdice al transito pedonale, per motivi di sicurezza, diverse zone colpite dal sisma, dal centro storico dell’Aquila ai centri limitrofi maggiormente coinvolti, etichettandoli come “zona rossa”.
Al 9 agosto 2009, secondo la Protezione Civile, gli sfollati erano 48.818, di cui 19.973 presso 137 tendopoli (in 5.029 tende), 19.149 in alberghi e 9.696 presso case private. A questi vanno aggiunte 273 persone presenti in 9 campi spontanei. Vi sono poi 4.764 persone che hanno avuto una sistemazione nel progetto C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili) e 480 nei M.A.P. (Moduli Abitativi Provvisori).
A fronte di tale emergenza il Governo ha messo a disposizione un sussidio per l’autonoma sistemazione per chi aveva perso la casa, sia un sussidio di disoccupazione per la perdita del lavoro. Come ulteriore contromisura l’evento ha comportato il blocco del pagamento delle imposte da parte dei residenti dell’area colpita come previsto dal piano di intervento e ricostruzione del Governo e come accaduto in passato per altri terremoti italiani. Si è cercato poi di risollevare l’economia locale appoggiandosi il più possibile ad aziende e cooperative locali per la fornitura di materiali e opere utili alla ricostruzione.
Inoltre, è stato approvato il decreto Abruzzo, per cui sono state previste misure per fronteggiare l’emergenza del terremoto, tra cui la sospensione del pagamento dei contributi previdenziali, assistenziali e del premio delle assicurazioni, un contributo fino a 400 euro al mese per le famiglie degli sfollati e la sospensione per 2 mesi del pagamento delle utenze telefoniche, idriche, elettriche e del gas.
Opere di ricostruzione
Non sono mancate problematiche legate alla ricostruzione, dall’iniziale problema della rimozione e smaltimento di un milione di tonnellate di macerie, alla successiva emergenza abitativa. Molti edifici pubblici e storici, ma anche privati, sono stati ricostruiti e hanno permesso di restaurare buona parte del patrimonio culturale dell’Aquila. Sono ancora molte, però, le macerie presenti nella città. Dei 247 interventi programmati dal Segretariato regionale per i Beni culturali, al momento ne sono stati ultimati poco meno del 50%, contro i 116 ancora non avviati e i 19 in corso.
Azioni di solidarietà
Le azioni di solidarietà che sono state intraprese nei confronti delle popolazioni colpite dal terremoto sono state molteplici. Molte aziende italiane hanno offerto in vari modi il loro aiuto. Tutte le compagnie di telefonia mobile italiane hanno inviato minuti gratuiti di telefonate e ricariche a tutti i loro clienti in Abruzzo ed estesero la propria copertura con stazioni di ricezione addizionali per poter servire le tendopoli. Inoltre, alcune compagnie hanno adottato un unico numero nazionale cui fare donazioni effettuando una chiamata o spedendo un SMS. Altre aziende avevano deciso di sospendere il pagamento delle bollette per tutti i clienti abruzzesi. Ferrovie dello Stato ha messo a disposizione dei senzatetto alcuni vagoni letto e biglietti gratuiti per tutte le persone e gli studenti in Abruzzo. L’AISCAT (Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori) ha dichiarato di aver soppresso il pedaggio a tutte le strade abruzzesi. Il 19 aprile 2009, la CEI ha promosso una colletta in tutte le parrocchie italiane, da destinare alla Caritas per gli aiuti ai terremotati (in quell’occasione furono raccolti 27 milioni di euro). Molti furono anche gli aiuti internazionali.
Ogni anno, nella stessa ora in cui il terremoto del 2009 devastò la città dell’Aquila spegnendo 309 vite, altrettanti rintocchi di campana risuonano per ricordare chi ha perso la vita a causa del sisma. Inoltre, ogni 6 aprile, viene organizzata una lunga fiaccolata in commemorazione delle vittime.
L’Aquila, 6 aprile 2021. A causa delle restrizioni anti-contagio, non si è svolta la fiaccolata, ma un fascio di luce azzurra è stato proiettato da piazza Duomo e sono risuonati 309 rintocchi di campana in memoria delle vittime.
Come riporta INGV terremoti, gli studi sul terremoto del 2009, seguiti da quelli sulla sequenza sismica del Centro Italia, hanno permesso di comprendere molti dettagli dei processi sismogenetici e della pericolosità dell’Appennino.
Ricordare eventi come quello del terremoto dell’Aquila è doveroso per capire l’importanza della prevenzione e della cultura antisismica: ricostruzioni sicure e adeguamenti, rinforzi e tecnologie antisismiche sono la chiave per evitare, in caso di terremoto, che queste tragedie accadono di nuovo e proteggere gli edifici, le case e la vita di chi li abita.