2004 – Nella finale del campionato europeo di calcio a sorpresa la Grecia supera per 2-1 i padroni di casa del Portogallo e conquista il suo primo alloro europeo.


 

 

Euro 2004 è un ciclo iniziato ed esauritosi in meno di un mese. Partito da Oporto e concluso a Lisbona. Porto e Benfica, Alfa ed Omega ma – soprattutto – qualcosa di irripetibile ed unico. Una competizione in cui i gregari presero il sopravvento. Un campionato europeo divenuto famoso – almeno nelle nostre case – per il “biscottone” di stampo scandinavo preparato durante il girone e servito all’ultima giornata.

Tuttavia, è lo snodo di un’estate in cui il calcio europeo, e non solo, viene completamente rovesciato. Nazionali – e squadre di club, qualche settimana prima – storiche e meglio attrezzate che vengono annichilite e spazzate via dai sottovalutati: con una frase, la “rivolta delle Cenerentole d’Europa”. Allacciate le cinture: si parte con Portogallo – Grecia e si finisce allo stesso modo. In mezzo, c’è molto di più.

Il Portogallo e il girone A

A proposito di Portogallo, dal 12 giugno partono gli Europei e la UEFA ha assegnato l’organizzazione proprio ai lusitani, che vengono da una cocente delusione ai Mondiali del 2002, eliminati ai gironi da Corea del Sud e Stati Uniti, ma che sono trainati dal trionfo del Porto e sono giunti alla piena maturità nei loro campioni, Luis Figo, Pauleta, Maniche e Rui Costa, a cui si è aggiunto un giovane ragazzo pronto a cambiare le sorti del calcio europeo: Cristiano Ronaldo, reduce dalla prima stagione all’Old Trafford.

Per il resto, le favorite dell’Europeo sono le solite due, i campioni in carica e i loro vice, la Francia e l’Italia, che quattro anni prima si erano giocati la finale al supplementare e due anni dopo si giocheranno il Mondiale ai rigori sotto il cielo di Berlino.

Nel girone A, la partita inaugurale del torneo, Portogallo-Grecia ad Oporto, regala la prima sorpresa con i greci che vincono 2-1, stando avanti per tutta la partita e subendo la rete portoghese nel recupero, firmata da Cristiano Ronaldo, alla prima di una lunga serie di reti europee che gli varranno il record all time di marcature diciassette anni dopo.

I greci non si qualificavano per un torneo maggiore dal Mondiale americano e non arrivavano alla fase finale dell’Europeo da 24 anni ma alla vigilia dell’ultima giornata sono primi a parimerito con gli spagnoli, con cui hanno pareggiato 1-1, e davanti ai portoghesi, che hanno bisogno di vincere il derby iberico per passare il turno. Nuno Gomes, uomo da campionato europeo, decide il match e porta i favoriti del girone ai quarti e per gli spagnoli non basta neanche la sconfitta 2-1 della Grecia contro i russi, a causa del minor numero di reti segnati: una situazione paradossale per una nazionale ellenica che baserà i propri risultati nella competizione sulla solidità difensiva.

La finale di Euro 2004: Grecia-Portogallo

Ormai il copione per i match degli ellenici è sempre lo stesso: gli avversari sono favoriti. Tuttavia, in questo caso è difficile dare torto ai bookmaker, soprattutto guardando la trequarti della nazionale lusitana che evidenzia i nomi di Cristiano Ronaldo, Deco e Luis Figo. In panchina? Rui Costa, che fa compagnia ad un altro grande protagonista della competizione quattro anni prima, Nuno Gomes che fa panchina a Pauleta. Al contrario, i greci sono una squadra di undici buoni mestieranti che non hanno avuto una grande carriera prima ne tanto meno l’avranno dopo.

La vera star della squadra è in panchina, nella figura di Otto Rehhagel famoso per i due titoli tedeschi vinti con il Werder Brema, che non vinceva un titolo da più di vent’anni, ma soprattutto per quello vinto con un Kaiserlautern neopromosso nel 1998, l’ultima volta che una squadra proveniente dalla seconda divisione ha vinto un titolo.

Rehhagel ha impostato una squadra che poco condivide con il gusto artistico ellenico ma che porta nella terra degli dèi il pragmatismo tedesco, costruendo un 4-3-3 che più somiglia a un 5-4-1, con Katsouranis a scendere tra i difensori centrali per fornire ulteriore copertura. Le partite della nazionale ellenica sono dure e noiose però, in un modo o nell’altro, continua a vincere e avanzare.

Primo tempo

Per i primi 56 minuti, la sceneggiatura resta la stessa e a vincere sono la tattica e la lotta a centrocampo. I portoghesi dominano la palla e schiacciano i greci ma l’unica occasione per i lusitani è per Miguel che al 13esimo calcia dal limite un bel destro incrociato allungato in angolo da Nikopolidis. L’altra chance è per gli ellenici che combinano al limite dell’area dove Katsouranis verticalizza un bel pallone per Charisteas appena troppo lungo.

Raccontare il resto del primo tempo è complicato e facilissimo, visto che succede poco niente e le uniche conclusioni dei favoriti sono tiri dalla distanza che non impensieriscono il numero 1 in maglia blu. Il primo tempo finisce 0-0 e il Da Luz inizia a temere di essere l’antagonista di una tragedia greca.

Secondo tempo

Al 56esimo, l’episodio che cambia il match: angolo di Basinas, blocco al limite di Vryzas sul portiere portoghese e Charisteas che stacca in anticipo sulla difesa e l’estremo difensore e insacca nella porta sguarnita: è 1-0 Grecia, il miracolo si sta materializzando. A questo punto, il Portogallo si lancia in avanti mentre Rehhagel mette su un fortino difensivo che, come sempre, sembra sul punto di cedere ma non cede mai.

Al 59esimo, Ronaldo calcia dal limite un destro respinto agilmente mentre al 74esimo mette giù una palla illuminante di Rui Costa ma calcia alto di sinistro sull’uscita di Nikopolidis.
All’81esimo, Carvalho prova l’ennesimo tiro dalla distanza ma il numero 1 ellenico respinge verso l’esterno. Sembra tutto finito quando Figo verticalizza al limite dell’area per Nuno Gomes, che controlla e calcia di sinistro appena largo alla destra del portiere.

È l’ultima occasione del match e nella folle estate del 2004 ad alzare il trofeo è ancora una volta la squadra che nessuno si aspettava. La Grecia è campione d’Europa e Rehhagel potrebbe essere portato in braccio sull’Olimpo da una nazione sempre stata divisa ma unita dal miracolo del pallone.

 

Fonte: thegegenpress.it/

La follia del calcio si estenderà un po’ più in là nel tempo, rimanendo in Grecia ma cambiando sport. Ad Atene, nei giochi olimpici, la selezione argentina di basket sconfigge i campionissimi americani e, guidata dal duo Luis Scola e Manu Ginobili, giunge a giocarsi il trofeo contro una straordinaria nazionale Azzurra. Purtroppo per noi, la medaglia d’oro la porta a casa la Selecion, mettendo in scena l’ultimo grande atto del pazzo 2004 sportivo.

Un 2004 su cui rimarrà per sempre impressa la bandiera bianco e blu di un paese in festa, testimone della più grande impresa calcistica della storia. Danimarca e Leicester permettendo.

Abbiamo scritto anche delle altre edizioni degli Europei: ’68’72’76’80’84’88’92’96,