2 giugno 1979. Papa Giovanni Paolo II visita la sua natia Polonia


di Gianni De Iuliis

Nel 1966 cadeva il millesimo anniversario del battesimo della Polonia. Grazie alla decisione del re Mieszko della dinastia dei Piast, quel Paese slavo divenne parte della civiltà latina e la sua Chiesa si legò per sempre al Vescovo di Roma.
Nella sua lunga storia la Polonia doveva spesso pagare un caro tributo per questa fedeltà al Papa.
Paolo VI voleva visitare la Polonia in occasione di quell’importante anniversario. Ma il regime comunista polacco non concesse il permesso e in questo modo non si realizzò il primo viaggio nella storia del Pontefice in terra polacca.
Giovanni Paolo II volle visitare la sua Patria dove rimase otto giorni (2-10 giugno 1979), diventando il primo papa a visitare una nazione comunista.
Questa volta i capi comunisti non osarono impedire la visita del Papa.
Sulla piazza della Vittoria lo aspettavano più di 300 mila persone; nelle vie adiacenti stazionavano altre 750 mila fedeli. Il primo segretario del partito comunista polacco guardava la piazza dalla finestra dell’albergo. Giovanni Paolo II celebrò l’Eucaristia sotto una croce gigantesca di 20 metri di altezza sotto la quale troneggiava l’icona della Madonna Nera di Czestochowa, Regina della Polonia.
Dopo la lettura del Vangelo il Santo Padre guardò per il momento la folla che nell’assoluto silenzio aspettava le sue parole dopo di che pronunciò il discorso che il suo biografo, George Weigel, chiama la più bella omelia del pontificato.