Le opere più famose sono sempre sotto i riflettori e suscitano un profondo senso di ammirazione in chi ha la fortuna di osservarle dal vero. Esiste però un rovescio della medaglia: c’è sempre qualcuno che non desidera altro che rovinarle.
A me hanno sfregiato due opere con un martello: la Pietà Vaticana e il David.
Erano le ore 11:40 del 14 settembre del 1991 quando la sorveglianza riuscì a bloccare un tale che con tutta la sua forza s’era accanito contro il piede sinistro del David.
Piero Cannata l’autore del folle gesto, colto sul fatto ancora con l’arnese fra le mani, dichiarò con aria di sufficienza: “L’ho colpito perché me l’ha chiesto la Bella Nanni del Veronese”. Della serie: o son matti o non li vogliamo.
Mi prese un colpo quando venni a sapere la notizia. Povero David, da quando l’ho realizzato non ha avuto molta fortuna nonostante sia ammirato da sempre da tutti.
L’esecutore del gesto aveva 47 anni e una mente traballante. Il passato da artista fallito forse lo aveva reso insicuro o chissà, aveva bisogno solo di avere su di se gli occhi del mondo: alla fine dei ci riuscì. Ma poi tutto passa e anche lui è stato dimenticato o quasi.
I restauratori dell’Opificio delle Pietre dure fecero un ottimo lavoro e adesso è difficile notare i segni di quel giorno. Ho una grande ammirazione per i restauratori. Ogni giorno si mettono al lavoro con passione, dedizione e competenza per assicurarsi che le prossime generazioni possano ancora ammirare questi capolavori senza tempo.
Per quanto riguarda quel tizio lì, una bastonata sul groppone ben assestata glie l’avrei darei. Non sono un fautore della violenza ma se mi sento attaccato mi difendo.
Il David fu la prima opera sfregiata da Cannata. Qualche anno dopo, 13 ottobre del 1993, l’oggetto delle sue mire fu l’affresco con le Esequie di Santo Stefano di Filippino Lippi. Lo sfregiò con un pennarello indelebile all’interno della cattedrale di Prato. Il 15 dicembre del medesimo anno si scagliò contro L’adorazione dei Pastori di Santa Maria delle Carceri mentre nel 1999 imbrattò con un pennarello la tela di Pollock I Sentieri Ondulati alla Galleria Nazionale di Arte Moderna a Roma.
fonte: https://michelangelobuonarrotietornato.com/