Il 28 gennaio 1986 si consumava uno dei peggiori disastri della storia dell’esplorazione spaziale: la distruzione dello Space Shuttle Challenger con la morte dei suoi 7 astronauti. Che cosa accadde di preciso?
Erano le 11:38 del 28 gennaio 1986, quando lo Space Shuttle Challenger decollò per la sua decima missione dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral, Florida.
A bordo c’erano 7 astronauti: Dick Scobee, il comandante, e i colleghi Michael John Smith, Ronald McNair, Ellison Onizuka, Gregory Jarvis e Judith Resnik; c’era anche Christa McAuliffe, la prima insegnante addestrata per un volo spaziale, che avrebbe dovuto trasmettere di lì a poco la prima lezione di scienze dallo Spazio.
Non ci arrivò mai: a 73 secondi dal lancio, il Challenger si disintegrò in aria, in seguito al guasto di una guarnizione nel razzo a propellente solido destro che provocò una fuoriuscita di fiamme e il cedimento del serbatoio esterno dello Shuttle, pieno di ossigeno e idrogeno liquidi.
La capsula contenente l’equipaggio, rimasta intera, proseguì la sua traiettoria orbitale per schiantarsi sull’oceano 2 minuti e 45 secondi dopo la rottura. Probabilmente, almeno parte dell’equipaggio era ancora vivo al momento dello schianto.
Fonte: https://www.focus.it/scienza/spazio/challenger-la-storia-della-tragedia-dello-shuttle