1974 – Il SIFAR, su ordine del Governo, avrebbe bruciato alcuni fascicoli personali su aderenti alla P2.


 

 

di Gianni De Iuliis

Il SIFAR, su ordine del Governo, avrebbe bruciato nell’inceneritore di Fiumicino alcuni fascicoli personali su aderenti alla P2. In verità la notizia uscì il 10 agosto del 1974, durante il quinto Governo di Mariano Rumor, circa 8 anni dopo la soppressione ufficiale del Sifar. Con gran fatica e notevoli depistamneti uscirono anche i nomi delle persone intestatarie dei fascicoli.

I fascicoli riguardavano 52 alti ufficiali dei carabinieri, 50 dell’esercito, 37 della Guardia della Finanza, 29 della marina, 11 questori, 5 prefetti, 70 imprenditori, 10 presidenti di banca, 3 ministri in carica, 2 ex ministri, il segretario di un partito di governo, 38 deputati, 14 magistrati.

SIFAR è un acronimo che sta per SERVIZIO INFORMAZIONI FORZE ARMATE ed è stato il servizio segreto militare italiano dal 1949 al 1966.

Il SIFAR fu istituito durante la guerra fredda il 30 marzo 1949 con una circolare interna emanata dal ministro della Difesa Randolfo Pacciardi. In realtà comincerà a operare solo dal primo settembre 1949, sotto la direzione del generale Giovanni Carlo Re, a sua volta alle dipendenze dirette del capo di stato maggiore della difesa.

Fu quindi guidato dal generale Ettore Musco dal 1952 fino al dicembre 1955, a cui succedette fino al 1962 il generale Giovanni De Lorenzo, noto per aver iniziato l’opera di fascicolatura di numerosi dirigenti dei partiti. Il SIFAR sarà negli anni successivi al centro di numerose trame, avviando la stagione della strategia della tensione.

Il suo scioglimento avvenne il 18 novembre 1965, quando con Decreto del Presidente della Repubblica n. 1477, nell’ambito del nuovo ordinamento dello stato maggiore della difesa, venne istituito il nuovo Servizio segreto militare italiano, il Servizio informazioni difesa (SID).

Il SIFAR, coperto dagli scandali e dai sospetti accumulati negli anni, rimase tuttavia attivo sino al 30 giugno 1966, al comando del generale dei carabinieri Giovanni Allavena. La definitiva soppressione del SIFAR avvenne a opera del ministro socialdemocratico Roberto Tremelloni, con l’operatività del SID.