il ventennio 1958-1978 che è stato particolarmente importante nella storia della esplorazione spaziale, in quanto ha posto le basi delle conoscenze tecnico-scientifiche necessarie per andare nello spazio in sicurezza e per imparare ad utilizzare le grandi potenzialità offerte dallo spazio per varie esigenze civili e militari. Nel clima di guerra fredda, lo spazio è stato fin dai primi tempi, utilizzato dagli Americani per tenere sotto controllo l’avversario e le sue dotazioni militari, in risposta ad analoghe misure adottate dai Sovietici. Per preparare le missioni umane nello spazio, era indispensabile raccogliere dati e conoscenze sull’alta atmosfera e sulle radiazioni che si incontrano nello spazio che circonda la Terra. Dopo la sfida lanciata da Kennedy, gli Americani dovettero anche prepararsi allo sbarco dell’uomo sulla Luna ed intensificarono gli sforzi per conoscere l’ambiente lunare. Fin dai primi anni, le sonde automatiche fecero compiere progressi giganteschi alla conoscenza del sistema solare. Ben presto si imparò ad utilizzare i satelliti per la comunicazione intercontinentale e il supporto alla navigazione, per le previsioni meteorologiche, per l’osservazione della Terra.
i primi tentativi delle nuove “potenze spaziali” che si avvicinano al nuovo mondo dei satelliti, che inizialmente erano monopolio delle due Superpotenze URSS e USA. L’Italia, con San Marco, diventò il terzo Paese al mondo a lanciare un proprio satellite e allestì a Malindi la prima base equatoriale, che fu largamente utilizzata dalla NASA. Alla fine degli anni ’60 anche l’Europa entrò attivamente nell’arena spaziale, lanciando i propri satelliti scientifici e di telecomunicazione dalla propria base equatoriale di Kourou.
Fonte: expo.fsfi.it