Nel 1909 è assegnata all’Italia il 7° Congresso FIFA del 1910: è il momento per istituire la Nazionale.
La scelta della Francia “menomata”. La squalifica della Pro Vercelli. La selezione della Commissione Arbitrale. La gara all’Arena Civica
La decisione di istituire la Nazionale italiana di calcio
Nel Maggio 1910 l’Italia si prepara ad ospitare il 7° congresso FIFA (12 membri partecipanti), la Confederazione internazionale fondata a Parigi nel 1904 nella quale la FIGC è entrata dal 1905. L’evento internazionale (il primo di 5 Congressi FIFA in Italia, gli altri 4 a Roma nel 1926, 1934, 1960 e 1990) diventa l’episodio necessario per l’esordio della Squadra Nazionale italiana.
Negli anni precedenti, alcune selezioni non rappresentative e non promosse ufficialmente dalla FIGC, avevano iniziato a giocare degli incontri con squadre svizzere di club (a Torino nel 1899 una selezione di giocatori del Genoa e dell’Internazionale di Torino con una selezione svizzera, a Milano nel 1907 una selezione della FIF aveva affrontato il Grasshoper).
E’ anche il momento nel quale il Campionato italiano viene dominato dalla Pro Vercelli (che vince lo scudetto nel 1908 e 1909), squadra composta esclusivamente da calciatori italiani, un caso raro nell’epoca in cui tante squadre schieravano calciatori inglesi (o alcuni svizzeri). Nel 1909, infine, al vertice della FIGC era stato eletto Luigi Bosisio, dirigente fautore della necessità della “italianizzazione” del campionato.
Nel resto d’Europa, tra l’altro, le Nazionali sono ormai una realtà: Inghilterra e Scozia, le prime a nascere, hanno fatto il loro esordio a Glasgow ben 38 anni prima (1872); e via via, mentre il football arrivava in tutta Europa e Sud America grazie alle navi inglesi e ai loro marinai che nei porti impiegavano il tempo libero in accanite sfide sul molo, sollecitando la curiosità e l’emulazione, nascevano altre Nazionali nei Paesi dove il calcio era penetrato (non a caso, le origini sono spesso in città con porti rilevanti, il primo club francese nasce a Le Havre, quello italiano a Genova, quello spagnolo a Huelva). Come in Svizzera, che, pur senza mare, beneficiava della massiccia presenza di propri studenti nei college d’oltremanica. Nel 1910, mancano all’appello solo Italia e Spagna (che sarebbe nata solo nel 1920).
La scelta dell’avversaria, dopo aver valutato l’Ungheria, cadde invece sulla Francia, considerando anche che, in quel momento, stava vivendo una sorta di scisma (come quello che l’Italia affronterà nel 1921-22) che avrebbe impedito la presenza dei calciatori dei principali club, soprattutto quelli parigini, come il Club Français, lo Stade o il Cercle Athlétique. La Nazionale transalpina selezionò infatti calciatori dei club a Est di Parigi o a Nord della Senna (Bon Conseil, Vitry, Etoile des Deux Lacs, Garenne-Colombes).
La selezione, il caso Pro Vercelli, le scelte
Per comporre la prima Nazionale di calcio la FIGC scelse di affidare la selezione alla Commissione Arbitrale (costituita da cinque arbitri): Umberto Meazza (Us Milanese), Agostino Recalcati (Us Milanese), Alberto Crivelli (Ausonia), Gianni Camperio (Milan), e Giuseppe Gama (Inter).
Il 13 gennaio 1910, la rivista “Football”, organo ufficiale della FIGC, scriveva: “Quest’anno anche l’Italia avrà la sua squadra nazionale composta da soli giocatori italiani. La FIGC ha a questo uopo incaricata la Commissione Tecnica Arbitrale, e questa si è messa al difficile ed ingrato lavoro con tutta la maggiore buona volontà guidata da quei sentimenti di equanimità e di avvedutezza che sinora l’hanno fatta segno alla generale approvazione. Vari nomi corrono già sulla bocca di qualcuno e si assicura la formazione della squadra; tutto ciò è assolutamente prematuro; anzi è certo che la Commissione non si lascerà impressionare da indicazioni azzardate, talvolta interessate o mosse da simpatie compiacenti; essa proseguirà nel suo lavoro, pazientemente, animata da una sola idea, quella di poter mettere insieme una squadra che degnamente sappia rappresentare i colori dell’Italia, colla speranza che la vittoria arrida agli undici valorosi atleti”.
A pochi giorni dall’esordio della Nazionale, però, succede un episodio che avrebbe condizionato la composizione della prima Italia: Pro Vercelli e Inter finiscono alla pari e per lo scudetto 1910 serve uno spareggio. Il Presidente FIGC, il milanese Bosisio, che nel 1908 aveva lasciato il Milan per essere tra i fondatori dell’Internazionale, quale “primo socio onorario”, si impegna con la Pro Vercelli affinché la gara si disputasse dopo l’impegno della Nazionale con la Francia (esordio il 15 maggio all’Arena Civica), evitando sovrapposizioni con altri impegni dei calciatori della Pro (in particolare in 3, Fresia, Milano II e Innocen¬ti sono nella compagine del 53° Fanteria, che il 24 aprile doveva giocare la Gara Nazionale Militare). Il direttivo federale fissa però la gara proprio il 24 aprile e la risposta dei vercellesi è particolare. Il loro Presidente, Luigi Bozino (futuro Presidente FIGC), per protesta schiera una squadra di ragazzi tra gli 11 e i 14 anni, che rimediano una sonora sconfitta (10-3). ìI calciatori della Pro Vercelli sono squalificati per tutto il 1910 (poi la squalifica fu ridotta a settembre) e sono costretti a saltare la prima e la seconda gara della Nazionale (a Milano con la Francia il 15 maggio e a Budapest con l’Ungheria il 26 maggio).
La prima Italia, dunque, nasce senza alcuni tra i calciatori migliori, che in 3 anni avevano vinto 2 volte lo scudetto, rinunciando a vincerne un altro. Tra gli altri: il portiere Innocenti, il terzino Binaschi, la mediana Ara-Milano- Leone, gli “avanti” Rampini e Corna. Fuori dai giochi anche il difensore del Milan Marco Sala (squalificato per una rissa).
La Commissione Tecnica Arbitrale decise così di scegliere un gruppo di candidati per l’esordio, dividerli in due squadre (“Probabili” e “Possibili”) e metterli di fronte in due gare.
Gara 1: Probabili – Possibili 4-1
Gara 2: Probabili – Possibili 4-2
La prima partita si disputò il 5 maggio 1910 sul campo del Milan, la seconda ebbe luogo tre giorni dopo sul campo dell’Inter (con alcuni cambiamenti), in quanto l’Arena era occupata da uno sciopero dei muratori. I “probabili” indossavano una casacca bianca, i “possibili” una divisa celeste.
PROBABILI: De Simoni (U.S. Milanese), Varisco (U.S. Milanese), Calì (Andrea Doria), Trerè (Ausonia), Fossati (Internazionale), Capello (Torino), Bontadini (Ausonia), Rizzi (Ausonia), Cevenini I (Milan), Lana (Milan), Baiocchi (U.S. Milanese).
POSSIBILI: Pennano (Juventus), Capra (Torino), De Vecchi (Milan), Colombo (Milan), Goccione (Juventus), Caimi (Internazionale), Borel I (Juventus), Zuffi (Juventus), Fresia (Torino), Berardo (Piemonte), De Bernardi (Torino).
La Commissione Tecnica decise di schierare 10/11 dei “Probabili” con De Bernardi (Torino) al posto di Bontadini (Ausonia), assente il 15 maggio per sopraggiunti impegni di lavoro.
L’esordio della Nazionale: 15 maggio 1910
Il 15 Maggio, è tutto pronto per l’esordio. Sugli spalti ci sono circa 4.000 spettatori, anche se si arriverà a scrivere numeri più ampi, fino a 8.000, ma impossibili da verificare. Tra loro, ci sono anche i delegati del Congresso FIFA (che si svolge a Palazzo Marino, sede del Touring Club di Milano). Ci sono, come scrive il Guerin Sportivo, nell’articolo “Quelli che hanno fatto l’Italia”, nel 2010, Centenario della gara: “gli inglesi Daniel Woolfall e Frederick Wall, i belgi Emile de Laveleye e Louis Muhlinghaus, il danese Ludwig Sylow e il suo connazionale Carl Kornerup (che rappresenta la Svezia), l’olandese Carl Walter Hirschmann, gli austriaci Hugo Meisl e D. Aheles, i francesi Charles Simon e H. Brame, gli ungheresi Béla Karpaty e Nandor Friedrich, lo svizzero Paul Buser, il tedesco Rob Heimer. Fanno gli onori di casa i dirigenti italiani Luigi Bosisio, Giuseppe Hess e Arturo Baraldi”.
La vittoria è netta, come descrive bene la ricostruzione del 2010 sul Guerino: “I francesi, reduci da rovinose sconfitte contro Belgio (0-4) e Inghilterra (0-10), arrivano a Milano la mattina del 15 maggio, dopo un viaggio notturno di 10 ore. Scendono in campo in maglia a strisce bianca e azzurra, con paramani rossi. L’Italia è invece in camicia bianca con colletto e polsini inamidati; sopra il taschino, è cucito un rettangolo tricolore” (pantaloncini a discrezione dei calciatori, sulla foto si notano 6 in bianco e 5 in nero ndr).
Alle 15,50, l’inglese Henry Goodley fischia l’inizio. Originario di Basford (Nottingham), 32 anni, fa il perito tessile a Torino ed è il trainer della Juventus con trascorsi da centravanti in squadrette del Nottinghamshire (Basford Wanderers e Notts Rangers). Al 13esimo minuto l’Italia è in vantaggio: Bojocchi serve Lana, conclusione da 35 metri e rete! E’ il primo, storico gol. Raddoppio al 20’ con una sassata da fuori area del 19enne Virgilio Fossati” (nel 1916, sottotenente di Fanteria, sarà colpito a morte a Monfalcone ed è uno dei calciatori italiani caduti per la patria nella Grande Guerra ndr).
“La ripresa è iniziata da soli 3 minuti quando Bellocq accorcia per i galletti, ma la gioia dura solo 10’ perché Lana, servito da Varisco, sigla il 3-1. La Francia reagisce e riduce di nuovo con una punizione di Ducret. Due giri di lancette e Rizzi, su un rilancio di Calì e dopo una corta respinta di Tessier, azzera le velleità di rimonta ospite. L’uomo che sigla il 4-2 è Rizzi, un “giramondo” che parla tedesco, francese, inglese e russo, tesserato per la piccola Ausonia di Milano. L’Italia dilaga e il 5-2 lo firma un geometra. Enrico Debernardi, 24enne ala destra, fondatore del Torino Fc. Arriva il 6-2 finale, su rigore, dopo che un tiro di Bojocchi è stato fermato con le mani da un difensore. Tira Lana, che corona così la sua giornata di gloria con una magnifica tripletta. Sono quasi le 6 di sera quando arriva il triplice fischio finale. Invasione di campo e giocatori trasportati negli spogliatoi dalla folla festante”.
Anche la stampa non perse l’occasione: in tribuna stampa sono presenti, secondo i documenti, Carlo Magno Magni (Gazzetta dello Sport), Anton Giulio Bianchi (Il Corriere della Sera, Il Secolo e la Lettura Sportiva), Giulio Corradino Corradini (La Stampa, Gazzetta del Popolo e La Stampa Sportiva). Seguiranno l’evento, con anonime corrispondenze telefoniche, la torinese La Gazzetta del Popolo e i milanesi La Perseveranza e Il Foot-Ball. C’è spazio anche per la prima polemica sulla Nazionale: il quotidiano torinese “La Stampa”, adirato con la Federazione per la squalifica inflitta alla Pro Vercelli, fece notare che il peso della vittoria era da considerare anche tenendo conto delle assenze di un’avversaria menomata.
Fonte: https://www.figc.it/