di Attilio Grieco
Una sperimentazione
B.P. a Brownsea
L’idea di un movimento educativo per i ragazzi non fu un lampo di genio o una intuizione improvvisa ma Robert Baden Powell (B.P.) la maturò poco a poco, arrivando ad essa dopo studi, letture, riflessioni e incontri con esperti interessati all’educazione delle giovani generazioni. Una volta definite le sue idee, B.P. ne parlò con chi avrebbe potuto aiutarlo a realizzare il suo progetto e, tramite amici comuni, arrivò all’editore Cyril Arthur Pearson, un filantropo ma anche un concreto uomo d’affari. Questi intuì la possibilità di avviare un’iniziativa utile per i ragazzi e anche un interessante affare economico per lui come editore. Pearson promise di pubblicare un manuale, che B.P. avrebbe scritto, suddiviso in fascicoli quindicinali da vendere nelle edicole dei giornali, e poi una rivista settimanale per continuare a mantenere i contatti con i ragazzi anche in seguito. Mise inoltre a disposizione di B.P. 1.000 sterline (circa 75.000 Euro attuali), un ufficio a Londra con alcuni dipendenti e finanziò anche un ampio giro di conferenze, che B.P. fece in numerose città della Gran Bretagna per propagandare lo Scautismo. Per decenni, poi, Pearson è stato l’editore di “Scouting for boys”, di molti libri di B.P. (che in tutta la sua vita ne scrisse una cinquantina) e di numerosissimi manuali scout inglesi.
Però, prima di lanciare pubblicamente le sue idee, B.P. volle sperimentarle concretamente. Aveva, ad esempio, osservato che i ragazzi hanno la tendenza a riunirsi in piccoli gruppi ed aveva quindi ideato la Squadriglia Scout. Ma, come confessò poi lui stesso, non sapeva se, messi alla prova, i ragazzi avrebbero effettivamente obbedito al Capo Squadriglia o no. Pensava che la vita all’aperto, lo “scouting” e le altre attività che aveva ideato avrebbero dovuto interessare i ragazzi, ma non ne aveva la prova pratica. Pensò quindi di effettuare un campo dove far vivere ai ragazzi una esperienza scout e fu così che prese l’avvio il primo campo scout della storia a Brownsea, un’isoletta di circa 200 ettari posta nella baia di Poole, nel Dorset, sulla costa meridionale dell’Inghilterra, circa 36 km ad ovest dell’isola di Wight, di proprietà dei signori Van Raalte che B.P. aveva conosciuto qualche mese prima durante un viaggio in Irlanda.
Nel 1907 Baden-Powell aveva 50 anni ed era notissimo come l’eroe di Mafeking. Il fatto che un generale tanto importante se ne andasse al campo con una ventina di ragazzi era una notizia molto ghiotta per la stampa. Va poi considerato anche che cento anni fa l’idea di un campo era molto più rivoluzionaria di quello che potrebbe sembrare oggi, perché a quell’epoca la vita in tenda era un’attività riservata quasi esclusivamente ai militari e agli esploratori di terre lontane. Ma B.P. riuscì a tenere lontana ogni attenzione indiscreta e che avrebbe potuto intralciare il buon andamento del campo.
Il segreto del successo: la Squadriglia
Come racconta lo stesso B.P.: “Il Riparto fu suddiviso in Squadriglie di cinque ragazzi, il più grande in ogni Squadriglia divenne Capo Squadriglia. Questa organizzazione divenne il segreto del nostro successo. Ogni Capo Squadriglia aveva, in ogni momento, la piena responsabilità del comportamento della propria Squadriglia…”.
Notare sul braccio del secondo ragazzo dopo B.P. il giglio in metallo, mentre sul braccio del terzo ragazzo sotto al giglio si vede anche il cartiglio del motto.
I partecipanti provenivano da ambienti diversi e da differenti classi sociali: ragazzi di colleges (per lo più figli di amici di B.P.) e ragazzi di ambienti più popolari provenienti dalla Boys Brigade di Bournemouth e da quella di Poole. La Boys Brigade era un’associazione giovanile protestante che univa la scuola domenicale di religione ad esercitazioni di tipo militare. In ogni Squadriglia B.P. mescolò i ragazzi delle diverse provenienze e delle diverse estrazioni sociali. Le Squadriglie furono i Lupi, i Tori, i Chiurli, i Corvi. Per permettere loro di raggrupparsi più facilmente, B.P. consegnò a ciascun ragazzo dei lunghi nastri colorati da mettere sulla spalla sinistra: blu per i Lupi, verdi per i Tori, gialli per i Chiurli, rossi per i Corvi. Poi spiegò loro che essi componevano quattro bande delle quali egli aveva piena fiducia e che il loro onore era in gioco. La Squadriglia era l’unità di lavoro e di gioco e ogni Squadriglia dormiva in una tenda separata, posta ad una certa distanza dalle altre. Ciascun Capo Squadriglia aveva un guidone bianco, sul quale B.P. aveva dipinto la sagoma dell’animale-totem, e portava sul copricapo il distintivo che B.P. aveva utilizzato per i suoi scouts militari, un giglio in metallo che, con qualche modifica, sarebbe poi divenuto il distintivo degli Scouts.
B.P. condusse al campo anche suo nipote Donald, figlio del fratello Gorge. Però, avendo appena 9 anni, Donald non fu inserito in una Squadriglia ma agì come aiutante dello zio. Era inoltre presente il vecchio amico e commilitone di B.P., Kenneth McLaren. Partecipò poi Percy W. Everett, collaboratore dell’editore Pearson, e che fu presente negli ultimi giorni di campo. B.P. si assicurò anche la collaborazione di William Stephens, Commanding Officer della Stazione di Sandown della Guardia Costiera, e di un altro istruttore del quale non ci è però rimasto il nome. I quartiermastri furono Henry Robson della Boys Brigade di Bournemouth, che aveva procurato la maggior parte dell’equipaggiamento occorrente per il campo, e il suo amico George Walter Green della Boys Brigade di Poole. B.P. aveva scritto personalmente alle famiglie dei partecipanti, illustrando il programma delle attività, fornendo l’orario giornaliero, indicando la lista dell’equipaggiamento, presentando notizie di tipo logistico sulla località e sul modo di raggiungerla e rassicurando le famiglie che “cibo sano, cucina e igiene sarebbero stati tenuti accuratamente sotto osservazione”. Inserì poi lo schizzo di alcuni nodi (piano, rete, parlato) che i ragazzi avrebbero dovuto imparare prima di arrivare al campo e aggiunse che essi dovevano saper nuotare.
Inizia l’avventura
Il 29 luglio 1907 il battello “Hyacinth” condusse B.P., suo nipote e una dozzina di ragazzi da Custom House a Poole fino a Seymour Pier sull’isola di Brownsea, una traversata di circa 2 miglia. Percorsero a piedi il mezzo miglio che li separava dal luogo del campo, situato nel lato sud ovest dell’isola in una zona circondata da pini, querce, frassini, castagni. Il terreno era asciutto ed era aperto su una spiaggia rocciosa, ma poco più ad est vi era una spiaggia con sabbia bianca, ottima per i bagni. Sul luogo del campo vi era anche un cottage che fu utilizzato per il magazzino, per la cucina e per una esercitazione di salvataggio improvvisato. Nel 1967 sul luogo del campo fu posto un grosso masso di pietra con un’iscrizione a ricordo dell’avvenimento.
Kenneth Mac Laren era giunto il giorno precedente per montare le tende e installare il campo. Ogni Squadriglia aveva una tenda conica di tipo militare, le uniche disponibili quell’epoca. Un’altra grossa tenda serviva da sala da pranzo e da luogo di riunione in caso di maltempo. Alla cucina provvedeva un cuoco professionista. Al centro del campo veniva issata ogni mattina la bandiera britannica che aveva sventolato a Mafeking e che recava i segni delle pallottole boere mentre, accanto alla tenda di B.P., erano infisse alcune lance per la caccia al cinghiale e su una di esse vi era un’altra bandiera britannica.
I ragazzi non avevano un’uniforme. Nelle foto del campo si vedono molti di loro con i pantaloni lunghi e l’abbigliamento tipico di quell’epoca: berretto di panno o cappello di paglia, giacca, gilé, camicia con colletto rigido e anche qualche cravatta. Ogni ragazzo ricevette un giglio di ottone da cucire sulla manica, mentre i Capi Squadriglia portavano il giglio sul copricapo (usanza questa che rimase poi per tantissimi anni nello scautismo britannico). Quando aveva dimostrato di saper fare dei nodi, di saper seguire una traccia e di conoscere la storia della bandiera, il ragazzo riceveva, da cucire sotto al giglio, un cartiglio con il motto “Be Prepared” (“Sii preparato”, il motto che B.P. aveva scelto per la Polizia Sudafricana e che divenne poi il motto degli Scouts). Una piccola curiosità è che la curvatura del cartiglio era rivolta verso l’alto (come si può notare in alcune foto riprodotte in questa pagine), mentre successivamente B.P. volle la curvatura del cartiglio rivolta verso il basso per ricordare la bocca sorridente dello Scout.
B.P. era in calzoni corti e camicia, ma il suo “look” era un po’ diverso da quella che poi è divenuta la sua immagine classica che tutti noi conosciamo. Le foto ce lo mostrano con pantaloni alla zuava o con pantaloni “corti” ma che coprivano ampiamente il ginocchio. Indossava una camicia di foggia militare con galloni ricamati sulle maniche. Inoltre, con grande delusione dei ragazzi, non indossava il cappellone boero che lo aveva reso famoso ma un cappello in feltro floscio che voleva sperimentare perché, quando non serviva, era possibile piegarlo e metterlo in tasca. Era un cappello piuttosto antiestetico. Fortunatamente per noi, l’esperimento non ebbe esito positivo e Baden Powell adottò poi per tutti gli Scouts il cappellone boero a tesa larga.
La sera del 30 luglio il campo era ormai pronto e la maggior parte dei ragazzi era sul posto. Gli altri arrivarono il 31 luglio e la mattina del 1° agosto iniziò ufficialmente l’attività.
Il programma
Ogni giorno B.P. aveva previsto un tema particolare: tecnica del campo, osservazione, woodcraft e così via.
Le attività
Per i richiami e i segnali B.P. usava un corno di kudu (un’antilope africana) catturato nella spedizione a Somabula Forest nel corso della campagna del Matabeleland nel 1896. Una serie di note brevi significava “raduno”, mentre un suono lungo era il segnale di “attenzione”. Quel corno, che attualmente è custodito a Gilwell Park, fu poi usato nel 1919 per il primo campo scuola tenutosi a Gilwell Park e, sempre con esso, B.P. diede ufficialmente inizio al Jamboree “della maggiore età” nel 1929.
Gli esercizi fisici del mattino e della sera erano piuttosto semplici, sul tipo di quelli illustrati nella 17ª Chiacchierata di Scautismo per ragazzi. Il bagno includeva anche giochi in acqua e l’uso di due imbarcazioni. Il riposo dopo il pranzo era obbligatorio e non erano consentiti giochi o altre attività fisiche. Per la cena B.P. era particolarmente attento che i ragazzi fossero vestiti appropriatamente.
Dopo la cena tutti si avviavano al fuoco da campo. Il rumore della risacca cullava dolcemente la stanchezza della giornata mentre i ragazzi ascoltavano attenti B.P. che raccontava le sue avventure in India e in Africa, che li preparava con racconti e aneddoti alle attività dell’indomani e che insegnava loro il canto dell’“Eengonyama”, maestoso come un salmo ed evocatore di notti tropicali. La preghiera della sera chiudeva il fuoco.
Tanti anni dopo uno dei partecipanti ricordava così quelle magiche serate: “intorno al fuoco da campo il Capo ci raccontava storie piene di suspense, poi guidava il coro che cantava l’Eengonyama e con il suo modo inimitabile sapeva catturare la nostra attenzione e guadagnare tutti i nostri cuori. Lo vedo ancora mentre, alla luce vacillante del fuoco, pieno di gioia di vivere, ora serio, ora allegro, risponde a domande di tutti i tipi, o imita il richiamo di un uccello, oppure mostra come appostarsi per osservare un animale selvatico, poi racconta una breve storia, danza e canta intorno al fuoco, sottolinea una conclusione morale, non in maniera diretta ma in modo elusivo eppure così convincente che ognuno dei presenti, ragazzo o adulto, lo seguirebbe dovunque volesse condurli”.
Racconta B.P.: “Avevamo visto che il modo migliore per impartire delle istruzioni teoriche era di dare dei brevi insegnamenti, corredati da numerosi esempi, seduti intorno al fuoco da campo o in un altro luogo al momento del riposo. Poi prima della colazione si facevano dimostrazioni pratiche. La lettura di un testo avrebbe annoiato i ragazzi.
La pratica veniva abbinata a gare e disegni. Ad esempio per dare dettagli sul tema osservazione e, in particolare, sulle tracce:
- la sera al fuoco da campo raccontavamo alcune storie interessanti sull’importanza di seguire le tracce.
- la mattina seguente insegnavamo come leggere le tracce, facevamo vedere alcune impronte su terreni diversi e mostravamo come leggerli e dedurne il significato
nel pomeriggio realizzavamo un gioco, come ad esempio la caccia al cervo, nel quale un ragazzo era il cervo e aveva nel suo tascapane una mezza dozzina di palle da tennis. Cinque minuti dopo quattro “cacciatori” partivano dietro di lui, seguendo le sue tracce, ognuno armato di una palla da tennis. Il cervo, dopo un miglio o due si nascondeva, cercava di tendere un’imboscata ai suoi cacciatori e catturarli al tiro. Se il cacciatore veniva colpito da una palla da tennis del cervo era considerato morto, mentre il cervo era ucciso se veniva colpito da tre palle da tennis”.
Molti giochi e gare misero in competizione le Squadriglie facendo appello alla capacità dei ragazzi di sapersela cavare da soli, al loro impegno, all’applicazione degli insegnamenti ricevuti. Vi erano anche gare individuali, fu assegnato un premio per la migliore collezione di foglie e un altro per le prove di osservazione. Fra i giochi ricordiamo: “Individua il ladro”, “Caccia al leone”, “Colpisci l’orso”, “Corsa al dispaccio”, “Il vecchio faccia macchiata”, “Caccia alla balena”. In quest’ultimo gioco i ragazzi erano su due imbarcazioni e la “balena” era costituita da un tronco che doveva essere arpionato e rimorchiato a remi fino alla propria base, evitando che fosse arpionato e catturato dall’equipaggio avversario.
Ogni sera una Squadriglia era di guardia al campo. Ritirava la sua razione di farina, patate, carne e the e raggiungeva la zona prevista dove si accampava per la notte. Ogni ragazzo aveva un soprabito pesante, una coperta, una gavetta e i fiammiferi. Arrivati sul posto, i ragazzi accendevano il fuoco e cucinavano la cena. Poi venivano messe le sentinelle e preparato il bivacco. I capi delle altre Squadriglie insieme a B.P. andavano ad ispezionare la Squadriglia di guardia. Alle 23 le sentinelle venivano ritirate e la Squadriglia si sistemava per la notte.
Giochi di forza
Al mattino i ragazzi tornavano al campo in tempo per la colazione. I ragazzi prendevano molto sul serio il loro dovere di guardia al campo, infatti una sera la figlia dei signori Van Raalte e il figlio Noel decisero di fare una visita al campo, ma furono “arrestati” e condotti “prigionieri” da B.P.. Un’altra volta furono “intercettati” alcuni ospiti dei Van Raalte e infine lo stesso B.P. fu “catturato” da suo nipote, Donald, che si era arrampicato sui rami di un albero.
Così, senza rendersene ben conto, questi ragazzi, mentre facevano collezione di piume e di foglie, scoprivano il mondo e le sue meraviglie riservate a coloro che sono capaci di osservare. Per B.P. la scoperta fu ancora più grande: gli animi di questi ragazzi che aveva saputo conoscere e comprendere. Aveva messo a confronto la sua tenacia con la realtà ed aveva avuto la conferma che le sue idee erano pienamente in sintonia con i desideri dei ragazzi. Poteva donare al mondo una nuova ricchezza, quella di un movimento perfettamente adattato alla psicologia dei ragazzi perché fatto su misura per loro.
Fonte: centrostudi.fse.it/