19 settembre 1985. Muore Italo Calvino


di Gianni De Iuliis

Il 19 settembre del 1985, all’età di 61 anni, si spense a Siena lo scrittore Italo Calvino, nell’ospedale Santa Maria della Scala dove si trovava ricoverato per essere sottoposto ad una delicata operazione al cervello. 

Calvino era nato a Cuba il 15 ottobre 1923, da genitori italiani, in una cittadina, Santiago de las Vegas, ad una ventina di chilometri dall’Avana. Era stato colto da ictus, Il 6 di settembre 1985, nella sua residenza estiva nella pineta di Roccamare, nei pressi di Castiglione della Pescaia, in Toscana. In un primo momento fu ricoverato nel vicino ospedale della Misericordia di Grosseto ma, vista la gravità delle sue condizioni, venne trasferito a Pisa dove, dopo una parziale ripresa di conoscenza, sopraggiunse la morte a causa di una emorragia cerebrale. La tomba dello scrittore si trova nel cimitero-giardino di Castiglione della Pescaia. 

Intellettuale di grande impegno politico, civile e culturale, Italo Calvino è stato uno dei narratori italiani più importanti del secondo Novecento. Ha seguito molte delle principali tendenze letterarie a lui coeve, dal Neorealismo al Postmoderno, ma tenendo sempre una certa distanza da esse e svolgendo un percorso di ricerca personale e coerente.

Lo ricordiamo riportando alcune sue celebri frasi:

Dal libro: GLI AMORI DIFFICILI – Rendersene conto non voleva, perché sarebbe stato riconoscere d’essersi sbagliata: così continuava ad attribuirmi doti, autorità e gusti che ero ben lontano dall’avere; ma in fondo chi io fossi veramente era una questione di dettaglio, e lei per una questione di dettaglio non voleva essere smentita

Dal libro: PERCHÈ LEGGERE I CLASSICI – Non si leggono i classici per dovere o per rispetto, ma solo per amore

Dal libro: IL CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI – Perché il mondo riceva informazioni dal mondo e ne goda bastano ormai i calcolatori e le farfalle

Dal libro: PALOMAR – Non possiamo conoscere nulla d’esterno a noi scavalcando noi stessi. L’universo è lo specchio in cui possiamo contemplare solo ciò che abbiamo imparato a conoscere in noi