1881, NASCE PINOCCHIO: STORIA DI UN BURATTINO.


 

Come andò che Maestro Ciliegia, falegname, trovò un pezzo di legno, che piangeva e rideva come un bambino.

— C’era una volta… — Un re! — diranno subito i miei piccoli lettori. — No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno. Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze. Non so come andasse, ma il fatto gli è che un bel giorno questo pezzo di legno capitò nella bottega di un vecchio falegname, il quale aveva nome Mastr’Antonio, se non che tutti lo chiamavano maestro Ciliegia, per via della punta del suo naso, che era sempre lustra e paonazza, come una ciliegia matura. Appena maestro Ciliegia ebbe visto quel pezzo di legno, si rallegrò tutto; e dandosi una fregatina di mani per la contentezza, borbottò a mezza voce: — Questo legno è capitato a tempo; voglio servirmene per fare una gamba di tavolino. — Detto fatto, prese subito l’ascia arrotata per cominciare a levargli la scorza e a digrossarlo; ma quando fu lì per lasciare andare la prima asciata, rimase col braccio sospeso in aria, perché sentì una vocina sottile sottile, che disse raccomandandosi: — Non mi picchiar tanto forte! — Figuratevi come rimase quel buon vecchio di maestro Ciliegia!

Le avventure di Pinocchio, storia di un burattino è uno dei capolavori della letteratura universale per l’infanzia, ed è il capolavoro di quella italiana. Pubblicato a puntate a partire dal 7 Luglio del 1881 sul “Giornale per i bambini” di Ferdinando Martini, col titolo Storia di un burattino e con illustrazioni di un anonimo, apparve in volume nel 1883, presso l’editore Felice Paggi di Firenze, illustrato da Enrico Mazzanti.

Il numero di edizioni, ristampe e traduzioni (oltre duecento, queste ultime, sparse in tutto il mondo) pubblicate dal 1883 a oggi è incalcolabile.

Il libro è strutturato in trentasei capitoli: i primi due narrano di Mastro Ciliegia falegname che, avendo trovato un pezzo di legno “che rideva e piangeva come un bambino“, lo aveva regalato a Geppetto che volle farsene un burattino per compagnia.
Ma il povero Geppetto non aveva ancora finito di fargli gli occhi e la bocca, che già questi cominciarono a fare versacci. Quando poi gli finì le gambe il burattino, infilata la porta, prese a corre in strada con Geppetto dietro.
Un carabiniere, invece di punire il monello, condusse in prigione il povero Geppetto e Pinocchio, tornato a casa, indispettito dai consigli di un Grillo-parlante che gli rimproverava la sua cattiva condotta, lo schiacciò contro il muro con una martellata. Stanco, affamato e infreddolito si mise a dormire presso un braciere e si bruciò i piedi. Quando Geppetto fu finalmente libero, dopo avergli rifatto i piedi di nuovo, lo sfamò e lo rivestì e tentò di dargli un’educazione.

Per mandarlo a scuola, vendette la sua casacca, ma Pinocchio vendé l’abbecedario acquistato da Geppetto per racimolare i soldi necessari per assistere a una rappresentazione del teatro di burattini.
Durante la rappresentazione i burattini lo riconobbero e lo chiamarono sul palcoscenico, fra le proteste del pubblico.

A ristabilire l’ordine intervenne il burattinaio Mangiafuoco che, dopo aver minacciato di bruciare vivo Pinocchio, commosso dai suoi pianti gli regalò cinque monete d’oro per Geppetto. Ma lui si fece abbindolare dalla Volpe e dal Gatto che lo aggredirono impossessandosi delle monete e lo impiccarono. Venne salvato dalla Bella Bambina dai Capelli Turchini che lo accolse nella sua casetta e lo fece curare da un Corvo, una Civetta e un Grillo-parlante.

Quando stava tornando a cercare Geppetto incontrò di nuovo il Gatto e la Volpe che lo convinsero a seminare le monete nel Campo dei Miracoli. Successivamente il burattino, cercando giustizia dal giudice Acchiappa-citrulli, venne mandato in prigione.

Dopo tante altre avventure un colombo lo portò dal babbo Geppetto e Pinocchio si gettò in mare, per salvare il pover’uomo, la cui barchetta si era inabissata, ma venne portato dalle onde all’isola delle Alpi Industriose. Costretto alla fame aiutò una donna, che poi riconobbe essere la Fata: il burattino promise ancora di voler cambiare e studiare, ma venne trascinato dai cattivi compagni in riva al mare per vedere il pescecane. Scoppio una zuffa, nella quale rimase ferito un ragazzo e Pinocchio fu costretto a scappare.

Partì così per il paese dei Balocchi; dopo cinque mesi, si trasformò in un ciuchino e fu comprato da varie compagnie teatrali. Infine fu gettato in fondo al mare dove fu ingoiato dal pescecane nel cui stomaco trovò anche Geppetto che viveva là da due anni. Una notte essi fuggirono, mentre il pescecane teneva la bocca spalancata.

Dopo aver salvato il padre Pinocchio e aver imparato la lezione, finalmente degno di diventare un ragazzo come tutti gli altri, si trasforma in un bravo bambino.

 

FONTE: COLLODI.IT