di Gianni De Iuliis
L’insurrezione lucana è una serie di episodi del Risorgimento avvenuti in Basilicata nel mese di agosto dell’anno 1860. In questo periodo la provincia fu la prima, della parte continentale del Regno delle Due Sicilie, a dichiarare decaduto il re Francesco II di Borbone e a proclamare la sua annessione al futuro Regno d’Italia.
Già durante la notte del 17 agosto, le truppe insurrezionali, giunte da Melfi e da Genzano di Lucania, erano alle porte di Potenza.
Il 18 agosto, a mezzogiorno, avvistati i primi due drappelli insurrezionali, le truppe borboniche – circa 400 soldati comandati dal capitano Salvatore Castagna – rientrarono precipitosamente in città da sud, concentrandosi in piazza del Sedile, sede del Comune e delle milizie cittadine e unico spazio disponibile all’adunanza, dato che la centrale piazza dell’Intendenza era occupata dalle baracche ivi installate dopo il terremoto del 1857.
Il contrasto con la popolazione, accorsa ad osservare l’entrata della guarnigione, era inevitabile e, secondo i cronisti, voluto dal capitano Castagna per soffocare sul nascere qualsiasi movimento popolare.
La reazione, guidata da Domenico Asselta, che, tra l’altro, rimase lievemente ferito, fu, dunque, violenta e sanguinosa, svolgendosi tra le strade e i vicoli del centro, con l’inevitabile coinvolgimento della popolazione. Morirono in quattro (Giovanni e Gaetano Crisci, i contadini attaccati dalla Gendameria; Luigi Guerreggiante; Giosuè Romaniello) e molti feriti si registrarono durante la ritirata. La guarnigione, ritiratasi a sera lungo l’uscita meridionale di Potenza, dalla parte del torrente Gallitello e verso la piana di Tito, lasciava Potenza in mano agli insorti, giunti dalla via di Rifreddo (presso Pignola).
Il 19 agosto si costituiva a Potenza il Governo Prodittatoriale, composto da Nicola Mignogna e da Giacinto Albini che, in qualità prodittatori del generale Garibaldi, prendevano “possesso” della provincia nel nome di Vittorio Emanuele II, installandosi nel palazzo Ciccotti.
Il 2 settembre Giuseppe Garibaldi entrò in territorio lucano, a Rotonda. Il giorno seguente attraversò in barca la costa di Maratea e presso Lagonegro, in località Fortino, raccolse i volontari lucani che lo seguirono fino alla Battaglia del Volturno. Garibaldi avrebbe scelto di affidare il governo provvisorio lucano a Giacinto Albini poiché questi era tra i pochi insorti liberali a non aver mai servito il governo borbonico. Il generale elogiò più volte l’iniziativa lucanaː
«Sì, so il vostro patriottismo. Dite ai vostri lucani che li preferirò sempre. Credete a me, ho combattuto con uomini disciplinati, e con borghesi, e, se questi hanno avuto valore, sono stati più terribili. Io vi stimo come il primo corpo disciplinato e vi terrò sempre avanti a tutti. Salutatemi i vostri commilitoni».