Di Gianni Iuliis
La protesta di piazza Tienanmen fu una serie di manifestazioni popolari di massa, che ebbero luogo principalmente in piazza Tienanmen a Pechino dal 15 aprile al 4 giugno 1989 e culminato nel cosiddetto Massacro di Piazza Tienanmen, quando l’esercito cinese aprì il fuoco contro i dimostranti con fucili d’assalto e carri armati. La stima dei morti varia da parecchie centinaia a parecchie migliaia, con migliaia di feriti.
Le proteste videro la partecipazione di studenti, intellettuali e operai. Il simbolo forse più noto della rivolta è il Rivoltoso Sconosciuto, uno studente che solo e disarmato si parò davanti a una colonna di carri armati per fermarli. Le fotografie che lo ritraggono sono diventate celebri in tutto il mondo. Nonostante l’esito drammatico e un numero complessivo di vittime (morti, feriti e arrestati) ancora oggi incerto, la protesta diede modo all’estero di conoscere la repressione del governo cinese in tema di diritti umani e libertà di espressione solo dopo anni.
Le proteste di Tienanmen del 1989 furono un momento critico nella storia moderna della Cina. Il programma “Riforma e apertura” dopo la Rivoluzione Culturale si è interrotto, e le riforme politiche della Cina alla fine degli anni ’80 fallirono.
Ad oggi nel mondo occidentale la protesta viene considerata un evento fondamentale e importantissimo del XX secolo, ma in Cina il solo parlarne è considerato un tabù. Sebbene su internet, giornali e documentari si possano trovare varie testimonianze, filmati e immagini riguardanti la protesta, molti documenti di questi e altri generi sono stati occultati dal Partito Comunista Cinese tramite l’utilizzo di censura e disinformazione, permesse dal controllo pressoché totale dei mass media.