di Alessandro Scuderi
Mi preme tornare sulla questione Israele-Iran, poiché rilevo una eccessiva ignoranza in materia, circa i temi conflittuali della regione. Lungi da me l’arroganza di autoproclamarmi il titolare della sapienza sulla questione, di se già particolarmente complessa, ma senza peccare di presunzione, ritengo di esserne un attento e scrupoloso studioso, interessato alla questione ed al contesto, da più di trent’anni ormai. Da tale condizione, desidero illustrare al meglio delle mie possibilità, al meglio delle mie conoscenze ed al meglio delle mie esperienze, una quanto più lucida e obiettiva analisi del contesto.
La realtà spesso mi fa rilevare come e quanto, tanti tra i tanti, sentenziano e proclamano su questa porzione importantissima della storia contemporanea; essi molto spesso non hanno mai visitato e /o vissuto nei luoghi interessati, senza avere mai potuto toccare con mano e visto con occhi, con mente lucida, almeno parte degli avvenimenti. Che non vi abbiano dedicato almeno una sana ora di lettura appare scontato, altrimenti non avrebbero asserito con candida stoltezza sull’argomento.
Probabilmente indottrinati e progettati, forse oggi sarebbe meglio dire “programmati”, alla ripetizione monotona e sfibrata di avvenimenti troppo più grandi di loro. Ma lo sono anche per me, sia chiaro; solo sono certo che taluni al valico di Karni (Gaza-Israele) ed a quello di Rafah (Egitto-Gaza), non ci siano mai andati. E non hanno visto, non hanno potuto constatare, capire, trarre conclusioni.
Veniamo al dunque…Ormai da mesi, forse da anni, imperversano notizie più o meno presunte, circa le trattative in corso tra Israele e Russia, circa la pericolosa presenza Iraniana in Siria. Si tratterebbe di una specie di “fascia di rispetto” che Putin avrebbe imposto o che dovrebbe imporre agli Ayatollah. Sostanzialmente Israele avrebbe chiesto ai russi di contenere gli iraniani, almeno a dieci kilometri dal confine israelo-siriano, ma fonti accreditate indicano che i kilometri esatti da Israele sarebbero almeno cento. La distanza dice tutto; su tale limite monta tutta la spinosa vicenda.
Israele, com’è noto (almeno spero) è un paese veramente piccolo, la cui superficie si estende in 20.770 km². Appare chiaro che un aereo da caccia lo attraversa in pochi minuti, così come un missile. Un missile balistico “Scud”, alquanto obsoleto e lento, viaggia ad una velocità di circa 100 km al minuto; questo fa capire quanto sia importante, possedere un tempo di reazione utile al sistema antimissile israeliano. Ed almeno finora ha funzionato, alla luce dei quattro attacchi missilistici subìti in due mesi. Ora, se consideriamo che la componente missilistica siriana ed iraniana possiedono rampe capaci di lanciare missili ad una velocità di “mach 10”, essere in grado di avere anche solo 30″ o 40″ in più, sarebbe di vitale importanza. Anzi, lo è.
Ora fate voi: In Iran se foste gay, sareste impiccati o gettati da un terrazzo. Se foste una donna che decidesse di provare la sensazione del vento tra i capelli, a parte la fustigazione, potreste essere condannate a 10 anni di reclusione. Se foste degli oppositori, sareste fucilati o impiccati, dopo indicibili torture e immancabili ritorsioni alle vostre famiglie. Mi pare superfluo ricordare che se foste donne non varreste più di una capra. Beh, ora capirete perché 100 km di fascia di sicurezza sono considerati troppo pochi…la libertà e lo stato di diritto meritano, o meglio, hanno diritto di essere difesi a qualsiasi prezzo.
Per ritorsione all’abbattimento di un caccia siriano entrato nello spazio aereo israeliano (più volte avvisato), una squadraccia di Pasdaran dello Stato islamico (finanziato dall’Iran) ha massacrato duecentoventi Drusi, distruggendo parzialmente il loro villaggio a Suwayda. I drusi sono comunque riusciti a respingere l’assalto ed alcuni di loro hanno diffuso sul web la notizia secondo la quale i componenti del raid fossero in parte gli stessi che hanno massacrato civili palestinesi del campo profughi di Yarmouk.