“Il problema del lavoro dovrebbe essere tutti i giorni sulle prime pagine dei giornali. C’è oggi, ma con due interpretazioni diverse: una ci dice che c’è la più elevata occupazione da tempo e l’altra ci dice quello che noi sappiamo”, e cioè la “precarietà” del lavoro. Lo ha detto questa sera, dal palco del concerto del 1 maggio a Taranto, la sociologa Francesca Coin che con il libro ‘Le grandi dimissioni’, edito da Einaudi, ha vinto l’ottava edizione del premio intitolato ad Alessandro Leogrande, ideato e organizzato dall’associazione Presìdi del libro.
“Taranto ce lo insegna – ha detto Coin – perché ha messo in contraddizione il lavoro e la salute e in un sacco di luoghi di lavoro, lavorare significa non arrivare nemmeno a fine mese. Ormai non è vero che non ci si può permettere di lasciare un lavoro, non ci si può permettere di lavorare con paghe così basse e con condizioni di sfruttamento così elevate. È il ricatto il modello di oggi – ha sostenuto – perché, inevitabilmente, chi potrebbe voler lavorare in queste condizioni di precarietà e di subappalto a cascata? Se guardiamo i dati sul malessere psichico, stanno crescendo in modo lampante. Il tentativo delle lotte sociali e di un sacco di intelligenza collettiva è di trovare un’altra via, una via di risposta a questo ricatto”. La cerimonia del premio Leogrande si è svolta sabato scorso. Il premio è intitolato alla memoria del giornalista e scrittore morto nel 2017 a 40 anni. (AGI)
TA1/RED