Primo Maggio a Portella della Ginestra per commemorare la strage del 1947 in cui furono trucidate 11 persone, tra braccianti, contadini, donne e bambini. “Pace. Costituzione. Diritti” è il titolo della manifestazione che quest’anno la Cgil Palermo organizza assieme alla FP Cgl, la categoria delle lavoratrici e dei lavoratori dei servizi pubblici. Alle 8.30 si terrà la commemorazione al cimitero di Piana degli Albanesi, con la deposizione di una corona di fiori nella cappella e la partecipazione a fianco di Cgil e FP Cgil dell’amministrazione comunale e dell’eparchia di Piana. Alle 9,30 il raduno presso la Casa del Popolo di Piana. Il corteo, preceduto dalla banda di Mezzojuso “Giuseppe Petta”, partirà intorno alle 10 per raggiungere il pianoro di Portella memoriale della strage. Al Sasso di Barbato si svolgerà la cerimonia, introdotta dal minuto di silenzio e dalla lettura dei nomi delle vittime. In apertura, Maria Modica, responsabile della Camera del Lavoro di Piana degli Albanesi. Segue l’intervento del segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo. Terrà le conclusioni la segretaria generale Fp Cgil nazionale Serena Sorrentino. La Cgil Palermo e l’Fp Cgil, da Portella rilanciano insieme temi come il ruolo del lavoro, la pace, la difesa della Costituzione, la giustizia sociale e la campagna referendaria per un lavoro giusto e sicuro: nel corso della manifestazione, sia a Piana degli Albanesi, prima della partenza del corteo, che a Portella durante lo svolgimento del comizio, sarà possibile firmare per i quattro quesiti referendari promossi dalla Cgil con i quali si chiede di restituire dignità al lavoro. I primi due referendum sono sui licenziamenti: uno, per il superamento del contratto a tutele crescenti, l’altro, per l’indennizzo nelle piccole imprese. Gli altri due riguardano la reintroduzione della presenza di causali nei contratti a termine e la responsabilità del committente sugli infortuni sul lavoro negli appalti.
“Il Primo Maggio, la Festa dei Lavoratori – dice il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo –n on è il punto di arrivo di un percorso ma rappresenta la continuità di una mobilitazione per il lavoro che non si è mai fermata e che adesso ha bisogno di continuare ancora per la pace in Europa, in Ucraina, in Russia, nel Mediterraneo, in Palestina, in Israele, perché forse qualcuno potrà illudersi di vincere una guerra, ma tutti perdiamo la pace. In un mondo senza pace non esiste la giustizia sociale e senza la pace e senza la giustizia, il lavoro è solo sfruttamento. Anche quando tutto potrebbe sembrare perduto, visti i venti di guerra e il rischio di deriva autoritaria anche nel nostro paese, bisogna ripartire dal basso, cioè da noi stessi: dai lavoratori. Quando le lavoratrici e i lavoratori non hanno risposte alle loro legittime rivendicazioni, la via maestra a cui fare riferimento è la Costituzione”. “Noi siamo essenziali per costituzione e, come dice lo slogan della Funzione pubblica, senza i lavoratori pubblici verrebbero meno molti dei diritti che devono essere assicurati a tutti e a tutte – afferma il segretario Fp Cgil Palermo Giovanni Cammuca – gli attacchi alla Carta del ’48, ai diritti della persona a partire dalla salute, alla dignità sociale e al diritto di sciopero e di esprimere le proprie opinioni si vanno moltiplicando. Per questo la mobilitazione, che ci ha visti come servizi pubblici in piazza il 20 aprile a Roma per la manifestazione nazionale di Cgil e Uil su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, per un fisco equo, per i salari, per la sanità pubblica continua adesso con i referendum e con la manifestazione del 25 maggio a Napoli contro autonomia differenziata e premierato e difesa della Costituzione”. (AGI)