​Mps chiude il 2020 con un rosso da  1,68 miliardi, pesano gli accantonamenti


Mps ha chiuso il 2020 con un rosso da 1,689 miliardi di euro, impattato da componenti non operative per 1,3 miliardi e dalla revisione del valore delle Dta, che pesa per circa 340 milioni. A renderlo noto la banca, il cui cda ha approvato i risultati al 31 dicembre scorso, che si sono chiusi con un risultato operativo lordo a 714 milioni “sostenuto dal contributo delle commissioni in ripresa dopo il periodo di lockdown e da costi operativi in ulteriore riduzione“.

Fra le voci che pesano maggiormente sul risultato della banca c’è l’accantonamento al fondo rischi e oneri di 984 mln di euro, riconducibili principalmente ad accantonamenti su rischi legali, “in particolare su pregresse operazioni di aumento di capitale e rischi connessi ad accordi contrattuali”. In calo il margine d’interesse, che si attesta a 1,29 miliardi (-14% anno su anno), mentre le commissioni scendono dell’1,3% a 1,43 miliardi; gli oneri operativi sono scesi del 3,7% a 2,2 miliardi e la banca li vede in ulteriore calo a partire dal primo trimestre di quest’anno.

Se per Monte dei Paschi non si realizzerà “una soluzione strutturale in un orizzonte di breve/medio termine”, il gruppo, come già annunciato, procederà a un rafforzamento patrimoniale da 2,5 miliardi di euro. Su questo fronte, spiega Mps nella nota sui conti 2020, l’operazione avverrà “a condizioni di mercato” e “con la partecipazione pro-quota dello Stato italiano, riguardo cui ha già confermato pieno sostegno”. L’operazione di rafforzamento patrimoniale, tuttavia, “sconta talune incertezze in quanto necessita la conclusione del processo già avviato di valutazione e approvazione di DG Comp e Bce“. Il Monte dei Paschi conferma anche che il fondo Apollo ha chiesto di accedere alla data room predisposta dal gruppo.

Fonte: economia agi