(AGI) – New York, 22 ott. – Una visita durata più di un’ora, nel campus di Harvard e poi nel cuore della Business School “più importante al mondo”, per premiare i progetti di due start-up italiane. E lanciare un messaggio ai giovani: create e accettate il rischio. Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti è andato ieri in una delle università più prestigiose al mondo, nel primo dei tre giorni che lo vedrà impegnato in una serie di incontri, a Washington, con imprenditori, la segretaria americana al Commercio Gina Raimondo e, domani, ospite del galà della Niaf, la National Italian American Foundation.
Quella di Boston è stata nel segno dei giovani e del futuro. Accompagnato dall’ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti, Mariangela Zappia, e accolto da uno dei docenti italiani di Harvard, il professor Dante Roscini, il bocconiano Giorgetti ha partecipato a un incontro in remoto, nell’edificio che ospita la Baker Library, la biblioteca economica più importante al mondo, con oltre 600 mila volumi.
Qui Giorgetti ha partecipato alla premiazione, in remoto, delle start-up italiane “Genoa Instruments” e “ViamadeinItaly”, realizzate da due studenti dell’Università Bocconi di Milano, selezionate tra le oltre duecento che hanno partecipato al progetto “Showcase Italian Innovation”.
“Abbiamo bisogno di giovani imprenditori che possano fare la fortuna del nostro Paese – ha detto Giorgetti – accettando sia gli aspetti positivi, come la crescita, sia quelli negativi, come la sconfitta”. “Come ministro – ha aggiunto – potrei dire che il governo predispone finanziamenti per favorire lo sviluppo delle start-up, ma io sono convinto, anzi, sono sempre stato convinto che la dimensione finanzia è sì importante, ma non necessaria. una delle prime che ho appreso quando ero uno studente alla Bocconi. Chi non ha vinto, non si arrenda”.
La prima start-up, “Genoa Instruments”, fondata nel 2019, ha come obiettivo la produzione di apparecchiature di microscopica ottica per la diagnostica e l’osservazione di tessuti patologici, come le cellule tumorali. “Viamadeinitaly”, creata nel 2018, è una piattaforma digitale per connettere direttamente le aziende con gli acquirenti internazionali. I due progetti, che hanno avuto come tutor esperti della Bocconi e di ‘B41 – Bocconi for innovation’, riceveranno un aiuto da Harvard per trovare finanziatori e entrare nel mercato americano. Le altre start-up rimaste escluse, però, non devono arrendersi. Il ministro Giorgetti ha promesso che si interesserà per valorizzare quelle più interessanti e continuerà a impegnarsi per “togliere quei vincoli burocratici italiani” che spesso rappresentano il primo ostacolo per migliaia di giovani imprenditori.
Il tema delle “nuove opportunità” è la linea guida della missione americana di Giorgetti che, prima di visitare Harvard, era andato negli stabilimenti farmaceutici di Moderna, uno dei maggiori produttori di vaccini contro il Covid. “La ricerca, con il sostegno del governo – aveva commentato – è la strada da seguire per risolvere le emergenze sanitarie. L’Italia puo’ diventare punto di riferimento anche per l’industria farmaceutica”.
A Washington, Giorgetti ribadirà il concetto, non più agli studenti, ma al mondo politico e imprenditoriale. In mattinata è previsto un doppio incontro: il primo sarà con Isabel Guzman, direttrice dell’Agenzia federale americana per le piccole imprese; il secondo con la segretaria al Commercio Raimondo.
Nel pomeriggio seguirà l’incontro con il National Economic Council della Casa Bianca e poi la visita all’azienda aerospaziale e di difesa Lockeed Martin. Domani, sabato, sarà dedicato a incontri di segno diverso: dopo la visita al cimitero monumentale di Arlington, Giorgetti incontrerà gruppi di ricerca e di impresa americani a Villa Firenze, residenza ufficiale dell’ambasciatrice Zappia. In serata, il ministro sarà ospite del galà organizzato dalla Niaf, la fondazione degli italoamericani.
Source: agi