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Amadeus e la festa Sanremo.”Emozione? Non ho tempo”

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“Non ho tempo di emozionarmi, non ci penso neanche”, “sarà una festa. E io sono felice perché sono circondato da tanti amici”: parola di Amadeus che all’antivigilia del suo quinto Festival da direttore artistico ha raccontato il suo stato d’animo a Domenica In, in collegamento con Mara Venier dal teatro Ariston. All’antivigilia della 74ma edizione del Festival, la città ligure è già in fermento con le strutture ricettive della zona che fanno registrare il tutto esaurito e la nave da crociera Costa Smeralda che è arrivata in rada, pronta a trasformarsi in un palco galleggiante.
“C’è un clima bellissimo, non solo meteorologicamente parlando”, ha detto Amadeus, “c’è tantissima gente da tutta Italia e questo mi riempie di gioia. Sarà una festa h24”
I vertici Rai, arrivati a Sanremo con il Frecciarossa Trenitalia con livrea dedicata, sono fiduciosi: “Da Sanremo si sviluppa un grande racconto della nostra nazione, il modo in cui ci raccontiamo, il modo in cui noi raccontiamo l’Italia al mondo, è una responsabilità importante”, ha osservato il dg della Rai Giampaolo Rossi, che non teme le inevitabili polemiche perché “dove c’è l’elemento artistico c’è inevitabilmente anche un elemento di rottura dei linguaggi, di trasgressione, che è naturale”. “Credo che la cosa importante sia non snaturare mai questa sana polemica e trasgressività nella volgarità, perché Sanremo non parla a un pezzo del nostro Paese, ma a tutto, e quindi tutto deve essere rappresentato”.
Del resto “Sanremo è come la Nazionale, spesso e volentieri la guarda anche chi non è appassionato di calcio, Sanremo è qualcosa di più di un Festival, è un grande racconto”, ha osservato.
Rossi non ha escluso una conferma di ‘Ama’ anche per il 2025: “Ora siamo concentrati sull’evento di questi giorni. Lo stesso Amadeus sta lavorando per portare a casa il risultato migliore e di tutto il resto se ne parlerà dopo”.
“Al primo festival”, ha detto il 61enne conduttore romagnolo rievocando l’edizione del 2020, “ho pensato che avessero chiamato me perché non avevano trovato nessun altro e l’ho fatto con la spensieratezza di chi è convinto che non ce ne sarebbe stato un secondo. Questo atteggiamento mi ha permesso di fare un festival in libertà. Se doveva essere uno solo, almeno sarebbe stato come piaceva a me”. Poi via via, “con l’entusiasmo di un bambino, ho portato avanti il mio desiderio di cambiamento, di portare il festival tra i giovani”. “Mi sento come un ragazzino che sognava di giocare a pallone e si ritrova a giocare la finale di Champions League”, ha aggiunto Amadeus. (AGI)
SAR