Dopo aver perso ieri circa un quinto del suo valore oggi il titolo del colosso petrolifero brasiliano Petrobras rimbalza e guadagna l’8%. Questi scossoni arrivano dopo la decisione del presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, di licenziare il ceo dell’azienda, Roberto Castello Branco, e di sostituirlo con Joaquim Silva e Luna, un ex generale dell’esercito, che ha servito al fianco del presidente alcuni decenni fa, durante la dittatura militare, e che è privo di precedenti esperienze nel settore. Il Bovespa, il listino di San Paolo, che ieri aveva chiuso in rosso del 4,87%, oggi sale dell’1,8%.
La decisione di Bolsonaro di sostituire Castello Branco con Silva e Luna è maturata giovedì scorso, dopo che Petrobras ha fatto sapere che avrebbe aumentato il prezzo della benzina di quasi il 10% e il prezzo del gasolio di quasi il 15%. Queste misure sono particolarmente invise ai camionisti brasiliani, una lobby potente, capace di paralizzare un Paese più grande degli Stati Uniti, con poche reti ferroviarie e quindi fortemente dipendente dal trasporto su strada. Nel 2018, i camionisti che si lamentavano del prezzo troppo elevato del gasolio hanno scioperato per 10 giorni, bloccando l’economia brasiliana e costringendo alle dimissioni l’allora amministratore delegato di Petrobras, Pedro Parente.
Bolsonaro ha reagito con rabbia a questa raffica di aumenti dei prezzi del carburante, avvertendo che “qualcosa ora dovrà cambiare”. La nomina di Silva e Luna è stata uno shock per gli investitori e per il management dell’azienda. Castello Branco aveva conquistato la fiducia dei mercati dopo aver avviato un ambizioso piano per ridurre il debito del gruppo, vendendo beni non core e aumentando la produzione di petrolio offshore della società. L’indebitamento netto di Petrobras alla fine del terzo trimestre dello scorso anno è sceso a 66,2 miliardi di dollari, dai 95,5 miliardi della fine del primo trimestre del 2019.
Silva e Luna ha servito brevemente come ministro della Difesa nel 2018 ed è attualmente il direttore generale brasiliano di Itaipu Binacional, l’agenzia brasiliano-paraguaiana che gestisce la diga idroelettrica di Itaipu a cavallo dei due paesi. Parlando lo scorso fine settimana in un affollato comizio, Bolsonaro aveva definito la dirigenza di Petrobras “codarda” per i recenti aumenti del prezzo del carburante e accusato la società di assecondare gli investitori e di non “aiutare il Brasile”.
Il presidente brasiliano ha comunque negato di aver interferito con le decisioni del gruppo, sostenendo invece di aver agito in nome di una maggiore trasparenza. La nomina di Silva e Luna, annunciata venerdì sera, da Bolsonaro su Facebook, deve ancora essere approvata dal board della società, che si riunirà oggi. Gli investitori scommettono che il cda alla fine concederà il via libera, visto che i membri del board sono per la maggior parte di nomina governativa.
“Penso che confermeranno il generale, anche perché un mancato semaforo verde potrebbe pesare ancora di più sulla società”, ha detto Marco Saravalle, strategist di SaraInvest, una società con sede a San Paolo. “Un conflitto prolungato tra il presidente e il cda causerebbe ancora più perdite a Petrobras”, ha aggiunto Saravalle.
Bolsonaro, quando è entrato in carica nel 2019, aveva nominato Roberto Castello Branco, un economista dell’Università di Chicago, alla guida di Petrobras, promettendo di dargli carta bianca sui prezzi del carburante, che avrebbero dovuto essere definiti sulla base dell’andamento del mercato petrolifero internazionale. Il mandato di Castello Branco sarebbe dovuto scadere il 20 marzo prossimo e il consiglio di Petrobras, secondo gli analisti, avrebbe voluto rinnovarlo.