Roma, 14 dicembre 2015 – I contribuenti onesti di questo paese sono stati costretti a pagare a caro prezzo i costi della crisi. Dal 2007 al 2014 l’aumento dei contributi e delle imposte sui consumi hanno compensato il calo delle entrate fiscali generato dalle imprese. Questa ingiustizia la “certifica” l’OCSE secondo cui il valore delle tasse versate dalle imprese è sceso di quasi un punto percentuale negli ultimi sette anni arrivando a toccare il 2,8% del pil a fronte del 3,6% registrato nel 2007.
Questa tendenza si è mossa di pari passo con la spinta uguale e contraria registrata sul fronte del carico fiscale che grava sui privati. Dall’inizio della crisi economica a oggi, il totale delle imposte sul reddito delle persone fisiche è passato dall’8,8% all’8,9% del prodotto interno lordo dei paesi.
“Questo dimostra come le politiche fiscali dei governi che si sono succeduti negli anni, non hanno mai guardato al recupero del minor gettito cercando di colpire le ampie fascie di evasione” – dichiara il presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro – “ma hanno usato il maggior carico fiscale per colpire i contribuenti onesti, che oggi sopportano un carico fiscale del 43,6% sui loro redditi. Una situazione che mina, la capacità di consumo degli italiani e penalizza lo sviluppo economico del Paese”.