AGI – “E’ in gioco la stabilità della Germania”: così Angela Merkel sintetizza la sfida all’ultimo voto che deciderà domani il futuro politico della Repubblica federale. L’occasione è il comizio di Armin Laschet, il candidato cancelliere della Cdu/Csu, ad Aquisgrana. E’ qui, nella città in cui il governatore del Nord-Reno Vestfalia è nato, che la cancelliera è venuta a cercare di dare lo sprint finale all’unione conservatrice che nei sondaggi appare ancora all’inseguimento dei socialdemocratici di Olaf Scholz.
“Non è uguale chi governa”, scandisce la cancelliera, mentre gli aumenti delle tasse, che a sua detta verranno imposti da un ipotetico governo guidato dall’Spd, “minacciano di strangolare la ripresa”.
La prospettiva di “uno scivolamento a sinistra” della Germania con una coalizione ‘rosso-rosso-verde’ (ossia formata da Spd, Verdi e Linke) è lo spettro agitato in quest’ultimo miglio della campagna elettorale dal blocco Cdu/Csu, anche nell’ultimo appuntamento di Aquisgrana: “Niente esperimenti ideologici: facciamo attenzione a non sprecare quello che abbiamo costruito negli ultimi sedici anni in quanto a benessere ed economia”, insiste Laschet rivolto ai sostenitori che ritmano il suo nome “Armin, Armin!”. “Non voglio che la Linke faccia parte del prossimo governo federale. Noi abbiamo bisogno di un governo stabile. Ci vuole un doppio voto per la Cdu/Csu: perché se domani ci dovesse essere una maggioranza per una coalizione rosso-rosso-verde, la faranno davvero. Se invece volete la stabilità in Germania, domani noi dobbiamo arrivare al primo posto”.
Quella delle ultime ore è la battaglia intorno agli indecisi. Perché saranno loro a determinare il vincitore: stando agli ultimi due sondaggi, la distanza tra Spd e Cdu/Csu si riduce ad una forbice che va da tre ad un solo punto. Per il rilevamento Forsa, i socialdemocratici rimangono stabili al 25% dei consensi contro il 22% dell’unione conservatrice, con i Verdi di Annalena Baerbock che seguono al 17% e i liberali al 12%. Ancora più risicata è la partita secondo il sondaggio Allensbach, dove la Spd con il 26% è prima, ma seguita ad un solo punto di distacco dalla Cdu/Csu. I Verdi rincorrono a distanza con il 16% dei consensi, dell’Fdp – che puntano a fare da ago della bilancia nelle trattative per il futuro governo – qui non vanno oltre il 10,5%. “Non è detto che la sera delle elezioni si sappia quale sarà l’aspetto del nuovo cancelliere”, aveva detto ieri Laschet davanti alle telecamere.
E così il duello tra i principali sfidanti nella corsa alla cancelleria è continuato fino all’ultimo minuto: a Potsdam, ossia dal suo collegio elettorale (lo stesso, peraltro, della candidata verde Baerbock), anche il socialdemocratico Scholz – che ancora svetta nelle preferenze dei tedeschi tra i candidati alla cancelleria – ha ribadito a quale alleanza punti dopo il voto: “La mia coalizione preferita è quella con i Verdi”, ripete ai militanti. Senza specificare, tuttavia, se questa alleanza debba allargarsi ai liberali (la cosiddetta ‘coalizione semaforo’, dal colore dei rispettivi partiti), oppure alla Linke, nella costellazione ‘rosso-rosso-verde’ che rappresenta al tempo stesso lo spauracchio dei conservatori e lo strumento di pressione sui liberali ad accettare di formare una maggioranza con i socialdemocratici e i Verdi.
In pratica, quella delle molte maggioranze possibili è già l’oggetto del contendere tra le forze politiche, prima ancora dell’inizio dei negoziati che seguiranno lo spoglio dei voti. Non a caso anche Christian Lindner, il capo dell’Fdp, ha fatto sentire un’ultima volta la sua voce: “Manterrò una posizione salda nelle trattative”, ribadisce il leader dei liberali. “Anche nel 2021 non siamo disposti a spedire il nostro Paese verso una deriva di sinistra. Noi siamo solo per un governo del centro”, nel quale non vi saranno aumenti delle tasse né “un allentamento del freno del debito”.
Mai come questa volta un’elezione tedesca del dopoguerra ha promesso un esito tanto incerto. Sono circa 60 milioni le persone chiamate alle urne, che chiuderanno alle 18. Oltre al voto nazionale, domani si voterà anche per il rinnovo del Landtag del Meclemburgo e dell’assemblea dei deputati di Berlino: in ambedue, stando ai sondaggi, sono dati per favoriti i socialdemocratici, nella regione nord-orientale dell’ex Ddr addirittura con un vantaggio che potrebbe spingerli fino al 40% dei consensi.
Per quanto riguarda il voto per il Bundestag (il cancelliere non viene eletto con il voto diretto in Germania), sulla base del quadro che emerge dagli attuali rilevamenti demoscopici, sono almeno cinque le ipotetiche coalizioni che potrebbero avere una maggioranza parlamentare, dal ‘semaforo’ con Spd, Verdi e liberali ad una riedizione della Grosse Koalition, passando dalla variante ‘rosso-rosso-verde’ fino all’alleanza cosiddetta “Giamaica”, con Cdu/Csu, Verdi e liberali. La sfida è aperta, anche l’ultimo dei voti sarà decisivo.
Source: agi