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Al G20 l'urgenza è la copertura del vaccino per i Paesi più poveri

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AGI – La crisi innescata dalla pandemia di coronavirus, la distribuzione dei vaccini anche ai Paesi poveri, la recessione globale e come gestire la ripresa una volta che il Covid-19 sarà sotto controllo sono i temi al centro del vertice del G20 a presidenza saudita. Li ha elencati lo stesso re Salman nel suo discorso di apertura: la voce affaticata, il monarca è apparso al fianco del figlio, il contestato principe ereditario, Mohammed bin Salman, mentre sul resto dello schermo comparivano i volti degli altri leader globali, fra i quali il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: sarà l’Italia a prendere il testimone della presidenza di turno del G20 fra 10 giorni esatti.

È l’ultimo appuntamento di una presidenza su cui il regime saudita puntava per correggere un’immagine internazionale offuscata dalle violazioni dei diritti umani, culminate nell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, due anni fa a Istanbul, e dalla condizione femminile. Il tentativo è stato in parte vanificato dalla necessità di effettuare riunioni solo virtuali; da dicembre tocca a Roma.  

La presidenza italiana, ha anticipato Conte, promuoverà uno sforzo coordinato per superare la crisi economica, con particolare riguardo ai Paesi più vulnerabili. “Negli ultimi mesi, la comunità internazionale ha affrontato una pandemia senza precedenti nel secolo scorso, con impatti socioeconomici e sanitari sbalorditivi. Il bilancio delle vittime è salito a oltre un milione e il Fmi ha previsto che 90 milioni di persone in più cadranno in povertà entro la fine del 2020. La recrudescenza della pandemia in molte regioni richiede, ancora una volta, decisioni difficili da parte dei governi e importanti sacrifici da parte dei loro cittadini”.

Al centro della prima giornata sono stati soprattutto i vaccini e la solidarietà necessaria perché siano disponibili anche per i Paesi che non hanno i mezzi per acquistarli. Organizzato a Riad per la prima volta on-line, in un formato che certo non facilita la diplomazia informale nè i negoziati dell’ultimo minuto, il G20 sta cercando di dare qualche risposta al cataclisma economico e sanitario provocato dal Covid-19, che ha contagiato quasi 58 milioni di persone e ne ha uccise più di 1,3 milioni in tutto il mondo.     

La fugace apparizione di un Donald Trump ormai quasi “ex” presidente Usa, ha aggiunto colore alla riunione: con cordialità insolita per chi non ha mai apprezzato i vertici ne’ le relazioni multilaterali, ha detto ai suoi colleghi, secondo le indiscrezioni trapelate sulla stampa, che intende lavorare con loro “ancora per molto tempo”. 

Sul tavolo dei leader quindi, innanzitutto gli acquisti e la distribuzione globale dei vaccini, dei farmaci e dei test anche per i Paesi a basso reddito che non possono permettersi queste spese da soli. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres  ha annunciato che richiederà più contributi per la piattaforma Covax, attraverso la quale i Paesi a reddito medio e alto possono finanziare i più poveri in modo che ricevano anche loro i vaccini; ma lo strumento necessita ancora di 28 miliardi di dollari in più, 4 miliardi entro la fine dell’anno. “Questi fondi sono fondamentali per l’industrializzazione, il trasporto e la fornitura di vaccini”, in particolare ai Paesi più poveri.  

Anche l’Unione Europea proporrà al G20 uno sforzo maggiore per garantire che anche i Paesi poveri abbiano accesso alle vaccini e alle cure contro il Covid, così come lo ha fatto il presidente Emmanuel Macron mentre la cancelliera Angela Merkel ha invitato tutti i Paesi del blocco a contribuire economicamente e il presidente russo Vladimir Putin ha assicurato che Mosca è pronta a fornire ai Paesi più bisognosi i vaccini che sta sviluppando; così come lo ha fatto il leader cinese Xi Jiping.

La presidenza saudita ha ricordato il sostegno dei Paesi G20 al sistema sanitario, con 21 miliardi di dollari di sovvenzioni statali alle imprese e ai laboratori farmaceutici per arrivare al più presto a un vaccino; e il ministro delle Finanze Mohammed al-Jadaan ha sottolineato che il vertice “cercherà di rafforzare la cooperazione internazionale per sostenere la ripresa economica globale”. I leader del G20 devono affrontare anche il problema delle possibili insolvenze del credito nei Paesi in via di sviluppo.

La ripresa non è uniforme ed è probabile che la pandemia lasci profonde ferite, ha fatto notare il Fondo monetario internazionale in un rapporto stilato in vista del vertice. Particolarmente preoccupante è la situazione dei Paesi poveri e altamente indebitati del mondo. Molti di questi sono “sull’orlo della rovina finanziaria e registrano una escalation di povertà, fame e sofferenze indicibili”, come ha fatto notare ancora Guterres. Il G20 sosterrà un piano per estendere una moratoria sul debito per i Paesi in via di sviluppo di sei mesi fino a metà 2021, con la possibilità di un’ulteriore estensione.

Oltre alla pandemia, anche il cambiamento climatico è tra le questioni in cima all’agenda dei G20: il cambio di leadership negli Stati Uniti fa pensare che ci sarà uno sforzo più concertato tra le potenze per combattere il riscaldamento globale. Seguendo l’esempio dell’Ue, già la metà dei membri del G20, inclusi Giappone, Cina, Corea del Sud e Sud Africa, prevede di essere a “impatto zero entro il 2050 o subito dopo.

Ma il summit non è esente da critiche contro il regime del Paese che ne detiene la presidenza. Gli attivisti e le famiglie degli attivisti incarcerati hanno lanciato importanti iniziative per evidenziare le violazioni dei diritti umani nel Regno. Tra di loro, i fratelli dell’attivista in prigione Loujain al-Hathloul, in sciopero della fame da più di 20 giorni. Amnesty International ha esortato i leader del G20 a chiedere a Riad di rilasciare tutti gli attivisti detenuti, una macchia all’immagine del Regno. L’emancipazione delle donne infatti è un punto importante nell’agenda del G20.

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Fonte: estero agi


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