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Al G20 la regina Maxima prova a rilanciare le sorti della corona olandese

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AGI – Per Maxima Zorreguieta, regina dei Paesi Bassi, il G20 romano non è stato soltanto l’occasione per richiamare i leader mondiali all’importanza della finanza inclusiva. Lo ha fatto questo pomeriggio, alla Nuvola dell’Eur, nella sua veste di avvocato speciale del segretario generale della Nazioni Unite.

Il G20 della regina è stato anche l’occasione per ridare lustro alla monarchia olandese, dopo un anno punteggiato di gaffe e di risentimento popolare. La fiducia nel re Guglielmo Alessandro è precipitata dal 76% al 47% nei sondaggi, e il consenso per la regina Maxima, che è sempre stato il membro più apprezzato della famiglia, è calato in misura drastica dall’83% al 61%.

Due inopportuni viaggi nella deliziosa residenza greca di Doroufi, nel pieno delle restrizioni imposte in patria per la pandemia, hanno suscitato l’ira degli olandesi che si sono sentiti offesi come cittadini dai sovrani senza mascherine.

Un successivo adeguamento degli appannaggi reali ha offeso gli olandesi come contribuenti, contemplando un aumento del 5% contro lo stentato 1% dei salari generali. L’imbarazzo del premier Mark Rutte dinanzi al Parlamento è stato accresciuto dall’annuncio che la più grande delle tre figlie di Guglielmo Alessandro e Maxima, la principessina Amalia, percepirà al compimento del diciottesimo genetliaco – il 7 dicembre prossimo – una rendita di 300 mila euro. Sommati agli emolumenti del suo staff ammonterebbero a 1,6 milioni malgrado i genitori abbiano precisato la priorità degli studi di Amalia rispetto ai pubblici impegni.

La studentessa più costosa d’Olanda, certamente, o del mondo, è probabile. Alla regina Maxima il compito di rilanciare il gradimento della famiglia: la passerella del G20 ha messo sotto i riflettori, degli olandesi e del mondo, il suo costante impegno per le piccole imprese. Come per il microcredito, le donne, i diritti gay. Un impegno che talvolta ha procurato fastidio ma cui nessuno può negare fondamentale genuinità.

Sovrana dal 2013, dopo l’abdicazione della regina Beatrice, Maxima è abituata a navigare in acque agitate. Almeno da quando lasciò la sua patria argentina per l’Olanda, lei esponente di una jeunesse dore’e che aveva studiato per proiettarsi nel mondo delle banche d’affari e della finanza, figlia di una discussa personalità degli anni bui, il papà Jorge essendo stato ministro dell’Agricoltura nel regime assassino del generale Videla, epoca di desaparecidos e della ‘guerra sporca’.

Il suo fidanzamento, e le successive nozze con il principe d’Orange nel 2002, scatenarono chiacchiere e pubbliche indagini in Olanda. Il matrimonio fu accettato ma il padre di Maxima non venne invitato (e la mamma, senza di lui, non si mosse da Buenos Aires). Lei reagì con uno schiaffo da argentina, facendo eseguire in chiesa (e commuovendosi) ‘Adios Nonino’, il brano che Astor Piazzolla aveva composto per il proprio padre.

Il peso del cognome Zorreguieta, che era stato un bel vantaggio negli anni formativi della giovane alto borghese, si trasformò allora nella molla di riscatto della futura regina: ambizione e personalità, in un Paese abituato alla declinazione femminile dell’idea monarchica, hanno promosso a una posizione pubblica prevalente su quella del re quest’argentina che fu capace di imparare in pochissimo tempo l’olandese senza scordare il tango.

Sono suoi i talenti su cui punta la famiglia reale per riprendere quota. Prima con un’autobiografia autorizzata, poi con una serie tv, quindi con passerelle come questa del G20: la regina Maxima è incaricata del “riscatto”, come lo ha definito di recente il quotidiano La Nacion. Può contare tra le simpatie quella dell’unico argentino vivente più illustre di lei e di Lionel Messi: Papa Bergoglio, che ascoltava quando lui, rinomato vescovo gesuita, celebrava messa alla Universidad Catolica Argentina, dove la ragazza chic del quartiere Recoleta si laureò in Economia nel 1995.

Source: agi


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