AGI – Da oltre 25 anni Aires Tango è protagonista del panorama musicale italiano. Un gruppo nato nel 1994 per volontà di Javier Girotto, leader e sassofono, e composto da Alessandro Gwis al piano, Michele Rabbia alla batteria e Marco Siniscalco al basso. Un gruppo che dal 1994 ad oggi ha pubblicato 12 album e ha collaborato con grandi musicisti, come Ralph Towner, Enrico Rava, Paolo Fresu, Antonello Salis, Peppe Servillo, esibendosi dal vivo in centinaia di concerti in Italia e in Europa.
Un gruppo unico nel suo genere che ha in Astor Piazzolla una sorta di artista di riferimento, modello musicale e culturale evidenziato anche dalla scelta di suonare una musica molto vicina al ‘nuevo tango’ – nome dato allo stile di Piazzolla, in contrapposizione quasi violenta al tango tradizionale (i puristi lo odiavano al limite della colluttazione fisica) – rinunciando deliberatamente allo strumento principe del tango, cioè il bandoneon.
Alessandro Gwis, romano, classe 1969, racconta all’AGI il suo rapporto con Piazzolla e come gli Aires Tango abbiano attinto dalla sua arte e dalla sua cultura per esprimere un certo tipo di musica che fonde jazz e tango, coniugando improvvisazione con la sensibilità e l’intensità sudamericane, creando composizioni di altissimo livello artistico, a volte temerarie e sempre di grande impatto.
Come è nato il gruppo Aires Tango e quale debito culturale ha con Astor Piazzolla?
“Il gruppo degli Aires Tango nasce da un’idea di Javier Girotto. Dopo una prima, breve fase in cui abbiamo sperimentato varie formule e varie aree stilistiche ci siamo ricavati una nostra piccola nicchia espressiva in cui Piazzola era senz’altro uno dei principali riferimenti, se non il principale. Anche se con il tempo ci siamo progressivamente allontanati dalla grammatica del ‘nuevo tango’ e ci è venuto naturale integrare il nostro modo di scrivere, suonare e improvvisare con altri stimoli (il tango ma anche il jazz, l’improvvisazione di tipo europeo, il folklore andino, perfino la musica elettronica, ecc.), Piazzolla è rimasto senz’altro la stella polare, non tanto nel linguaggio in sé quanto nello spirito di fondo. La musica di Piazzolla infatti era ed è una geniale sintesi tra il tango argentino e altre influenze che inizialmente sembravano quasi incongrue: la musica classica europea, il jazz, l’avanguardia”.
“Ma, cosa ancora più importante, Piazzolla è riuscito in una quadratura del cerchio difficilissima, e in questo risiede la sua genialità: l’aver realizzato una musica che sia al tempo stesso popolare e immediata da un lato e colta, densa e profonda dall’altro. Una musica che è riuscita a risultare universale, multiculturale mantenendo con forza il rapporto con le proprie radici latine ed argentine (e anche italiane: Piazzolla era orgoglioso delle sue origini italiane, i suoi genitori erano di Trani). Ecco, da questo punto di vista più ancora che per i diretti riferimenti linguistici, Piazzolla è ‘Il’ modello”.
Nel 1998 gli Aires Tango hanno suonato insieme ai musicisti storici di Astor Piazzolla. Com’è andata?
“Eravamo al festival di Fano e abbiamo avuto l’onore di dividere il palco con il gruppo storico di Piazzolla (Horacio Malvicino, Fernando Suarez Paz, ecc.) che dopo la sua morte avvenuta nel 1992 si riuniva per la prima volta con l’aggiunta del grande vibrafonista Gary Burton. Suonammo prima di loro in occasione del festival jazz e passammo l’intera serata insieme, scherzando, chiaccherando e ascoltando racconti e aneddoti su Astor Piazzolla. È un ricordo a cui sono molto affezionato anche perché la nostra esibizione ebbe un grandissimo successo”.
Con Javier Girotto avete realizzato un progetto su Astor Piazzolla.
“Nel 2018 Javier è stato contattato da una delle più importanti case discografiche jazz in Europa, la tedesca ACT, per realizzare una riedizione dello storico disco ‘Summit’ di Piazzolla e Gerry Mulligan, commissionato da quel Siggi Loch che all’epoca ne curò la produzione. E per questo progetto ha coinvolto me e anche Gianni Iorio, uno straordinario bandoneonista pugliese (come i genitori di Piazzolla, mi viene da dire), così abbiamo registrato il disco dal titolo ‘Tango nuevo revisited’ proprio perché ci eravamo un po’ allontanati per anni dal linguaggio di Piazzolla, per me è stato un gradevolissimo ritorno ‘a casa’. Le composizioni di Piazzolla hanno una forza e una capacità evocativa incredibili e da allora stiamo proponendo il progetto dal vivo, o meglio lo proporremmo volentieri se non ci fosse l’emergenza Covid che ci sta costringendo a casa. Però, se le cose vanno per il verso giusto, l’estate prossima dovremmo tornare a suonare dal vivo, sia con Aires Tango che con il progetto ‘Tango nuevo revisited'”.
Source: agi