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Agroalimentare: Coldiretti, Campania protagonista con Pac

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La Campania può diventare protagonista della nuova stagione agroalimentare europea, ma servono strumenti adeguati e una visione politica che valorizzi le eccellenze senza lasciarle sole. Ne è convinto Ettore Bellelli, presidente di Coldiretti Campania, che con l’AGI traccia un quadro delle potenzialità e delle criticità del settore agricolo regionale alla luce della nuova Politica agricola comune (Pac).
“La Campania – spiega Bellelli – ha già dimostrato il suo valore: negli ultimi dati Istat, insieme ad altre regioni del Sud, ha registrato una delle crescite più importanti in termini di volume d’affari. Tuttavia, una parte di questa marginalità è stata erosa dall’aumento dei costi di produzione. A questo si somma la carenza di manodopera, specialmente qualificata. Abbiamo bisogno di giovani diplomati e laureati capaci di affiancare lo sviluppo tecnologico: la quarta gamma, ad esempio, richiede figure altamente formate”. La sfida è doppia: sostenibilità e competitività. “I nuovi trattori sono computerizzati, le tecnologie permettono una precisione che migliora la produttività e riduce l’impatto ambientale, ma serve personale in grado di gestirle. E poi c’è la questione delle regole: in Europa ci chiedono giustamente standard elevati, meno agrofarmaci, rispetto del lavoro, ma non possiamo accettare che sul mercato arrivino prodotti da Paesi che ignorano totalmente queste norme. Il principio di reciprocità è fondamentale: o valgono per tutti, o l’Italia sarà sempre penalizzata”, aggiunge. Un caso emblematico, secondo Bellelli, è quello del triplo concentrato di pomodoro cinese: “Viene importato, diluito con acqua e sale, inscatolato, e venduto come Made in Italy. Questo danneggia gli agricoltori, confonde i consumatori e rischia di compromettere la reputazione dei nostri prodotti 100% italiani”. Non mancano, però, le eccellenze.
La dop economy campana rappresenta una colonna portante dell’identità agricola regionale. “La mozzarella di bufala campana – sottolinea – resta il nostro fiore all’occhiello, con una crescita costante nell’ultimo decennio. Ma anche la quarta gamma, ortaggi freschi lavati e pronti al consumo, è un comparto di punta: quasi il 50% della produzione europea arriva dalla Campania. Senza dimenticare il vino e il legame con il turismo enogastronomico: molti visitatori stranieri chiedono di visitare caseifici o cantine, a dimostrazione del valore attrattivo della nostra agricoltura”.
Tra le filiere d’eccellenza va annoverato anche il comparto olivicolo delle aree interne, dove grazie alla presenza di numerose cultivar , patrimonio della biodiversità campana, si producono oli extravergini di altissima qualità. Coldiretti, in collaborazione con la Regione Campania, ha promosso un piano olivicolo regionale che ha stanziato 30 milioni di euro per finanziare la filiera, con l’obiettivo di raddoppiare le superfici produttive e rafforzare la competitività del settore. E proprio qui, sottolinea Bellelli, si innesta un altro nodo cruciale: la cura del paesaggio. “Se non c’è agricoltura, non c’è presidio del territorio. Dove manca chi coltiva, aumenta il rischio di incendi, frane, degrado. L’agricoltura campana non è solo economia: è identità, ambiente, cultura. E può essere una delle leve più forti per lo sviluppo sostenibile dell’intero Mezzogiorno”. (AGI)
NA8/LIL