Un punto dedicato “a cosa si è fatto, cosa ci si prepara a fare e definire quale è la visione del mondo dell’agricoltura italiana e di tutto ciò che le ruota attorno, dalla politica alla ricerca”, nel confronto di oggi villaggio di ‘Agricoltura è’ – l’evento organizzato dal ministero dell’Agricoltura – che ha messo attorno allo stesso tavolo ‘Tradizione e innovazione’, su iniziativa delle commissioni Agricoltura di Senato e Camera, moderatore Luca De Carlo, presidente della commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato.
“È facile contestare e lamentarsi, più difficile è invece lavorare per costruire l’agricoltura del futuro, e noi siamo qui per questo”, ha esordito. “Con le buone pratiche che abbiamo portato sul palco questa sera, dimostriamo quanto viva è la nostra agricoltura: c’è la tradizione, premiata dal record mondiale di prodotti DOP e IGP riconosciuti e dalla crescita dell’export agroalimentare, e c’è l’innovazione, che è intrinseca all’agricoltura grazie al lavoro degli agricoltori che hanno fatto con successo il loro lavoro nonostante le politiche europee, e non certo grazie a queste”, ha aggiunto il senatore FdI.
“Vogliamo capire come con la ricerca, la scienza, la tecnica e le buone pratiche intendiamo affrontare questo mondo che cambia, a partire dagli innegabili mutamenti climatici”, ha detto ancora De Carlo introducendo gli ospiti: Mirco Carloni, presidente commissione Agricoltura della Camera, Chiara Bortolas, presidente provinciale di Coldiretti Belluno e già responsabile nazionale di Donne Impresa Coldiretti, Stefano Svegliado, amministratore delegato di Femogas SpA, Bruno Bertola, presidente Anaborapi – Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Piemontese, Riccardo Velasco, direttore del Centro di Ricerca in Viticoltura ed Enologia del CREA – Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria, Roberta Fileni, vicepresidente di Fileni Alimentare SpA.
Tanti i temi messi sul piatto: l’energia e il suolo, “partite affascinanti e fondamentali per continuare a fare ottima agricoltura, nelle quali il settore primario è deve essere protagonista”; il ruolo degli agricoltori “presidio dell’ambiente e del territorio”; l’importanza dell’agricoltura come settore produttivo ed economico, soprattutto legato al turismo, “anche in contrasto allo spopolamento delle aree interne, visto che le previsioni ci dicono che tra 50 anni il 70% della popolazione vivrà in aree urbane”; i cambiamenti climatici che porteranno anche all’insorgere di nuove malattie e “che necessitano di una cassetta degli attrezzi aggiornata per essere affrontata, e le TEA – Tecniche di Evoluzione Assistita possono e devono giocare un ruolo fondamentale in questo”; la voglia di fare degli agricoltori “che – è sempre De Carlo a parlare – li ha portati a essere avanguardisti e sempre più avanti alla politica con innovazione, attenzione alla sostenibilità e all’attenzione al prodotto”.
Un incontro che ha guardato anche al futuro: “Cosa chiede il mondo dell’agricoltura alla politica per il futuro?”, la domanda di De Carlo: risorse, sostegno a innovazione e ricerca, attenzione alle aree rurali e interne, la possibilità di ri-avvicinare i giovani alla terra – si legge sempre in una nota – le risposte dei relatori.
“Sono temi che meritano enorme attenzione e sui quali come Commissione ci siamo impegnati sin dall’insediamento, segnando un netto cambio di passo rispetto al passato”, ha concluso De Carlo per poi osservare che “quando il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, inserì la ‘sovranità alimentare’ nel nome del ministero, ci fu una levata di scudi da parte di chi ha confuso autarchia con quello che la loro stessa parte politica ha promosso nel passato; ora, con il secondo mandato europeo della presidente Von Der Leyen, quella della “sovranità” è una linea politica europea, una linea diversa e vincente grazie all’Italia e al governo Meloni. Non possono però bastarci le parole: dopo anni di chiacchiere e di spinte verso la “transizione ideologica”, è tempo di passare all’azione; non possiamo più abusare della pazienza degli agricoltori che, anche se rappresentano il 2,5% della forza lavoro nazionale, meritano di essere sostenuti. A loro va il nostro più grande grazie e l’impegno a dare risposte concrete, con quel pragmatismo tipico dei lavoratori del settore primario”. (AGI)
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