Coniugare redditi degli agricoltori e presso al consumo: mettere a punto un grande piano di raccolta delle acque reflue destinate all’irrigazione; contrastare il consumo di suolo con una legge a livello nazionale. Ma soprattutto: rilanciare politiche europee che rappresentino un nuovo paradigma di sviluppo al comparto agricolo italiano. Queste le priorità segnalate dalle associazioni di categoria durante il convegno sull’agricoltura in corso nella sede nazionale del Pd, che vede assieme lo Stato maggiore del, con la segretaria Elly Schlein in prima fila, e le sigle più rappresentative del settore. “Abbiamo chiesto un intervento sia in Italia che in Europa. Vedremo scomparire tante aziende agricole e serve una legge nazionale sul consumo di suolo, alcune regioni l’hanno portato avanti ma serve un in te evento nazionale”, spiega il presidente della Confederazione Italiana dell’agricoltura, Cristiano Fini: “Occorre un piano di gestione per il contenimento della fauna selvatica e siamo in piena emergenza siccità, quindi serve un grande piano per la raccolta e la possibilità di utilizzare le acque reflue per l’irrigazione. Per quanto riguarda l’Europa”,aggiunge Fini, “le politiche vanno fatte con gli agricoltori e non contro gli agricoltori. Oggi dobbiamo continuare a insistere sul tema dell’agricoltura biologica e dell’agricoltura di previsione. La transizione Green”, altro tema sollevato da tutti i partecipanti al convegno, “in agricoltura è possibile solo accompagnando gli agricoltori in questo percorso, senza preclusioni ideologiche. Infine voglio sfatare il mito del ritorno dei giovani nelle campagne: negli ultimi anni c’è stata una riduzione dal’11 per cento al 9 per cento di giovani agricoltori in Italia. Dobbiamo mettere in campo politiche per il ricambio generazionale”. David Granieri, vice presidente Coldiretti, assicura che gli agricoltori si sentono “protagonisti della Transizione ecologica”, ma “rispetto a quelli che sono alcuni temi politici dell’Europa di oggi ci sentiamo fragili: la transizione Green è sviluppata in maniera troppo restrittiva e ci impedisce di fare reddito impedendo il ricambio generazionale. Stanno entrando tante aziende da altri settori che non hanno esperienze, che sono start up”. Sull’utilizzo di fitosanitari, uno dei nodi che ha portato alla mobilitazione dei trattori, Granieri spiega che “non possiamo immaginare che da una parte ci siano restrizioni, ad esempio sui fitosanitari, ma non ci sia reciprocità e prodotti vengano acquistati dall’estero”. E anche Granieri sottolinea che “l’Italia raccoglie solo l11 per cento dell’acqua piovana, serve un piano bacini perché l’agricoltura all’ asciutto non si può fare”. Massimiliano Giansanti presidente Confagricoltura, rilancia il “grido di dolore emerso dalle piazza: emerge un senso di frustrazione degli agricoltori per non essere capiti nella loro funzione fondamentale nell’economia europea. In questi anni abbiamo molto discusso di ciò che ruota attorno all’agricoltura, ma non abbiamo mai discusso di agricoltura. La logica non può essere solo il budget europeo. È mancato ascolto e visione verso una politica che portasse al giusto reddito e al giusto prezzo. Dobbiamo concentrare l’attenzione sulla definizione di una nuova politica agricola. Il primo tema è la mancanza di fiscalità a favore degli agricoltori. Il secondo punto è la mancanza di forza lavoro. Poi c’è l’assenza di competitività: guardate all’Ucraina. L’importazione di prodotti dall’Ucraina”, su cui non ci sono dazi, “stanno mettendo in difficoltà le aziende italiane. L’Europa deve tornare a fare l’Europa: tutte le misure sono volte a limitare, non ci sono misure di sviluppo”. (AGI)
MOL