Sono stati convocati oggi al Ministero della Salute i sindacati di medici e infermieri sulla questione delle aggressioni ai camici bianchi. Il Ministro Orazio Schillaci, riferisce il sindacato Fvm, “ha aperto la riunione rappresentando come i più recenti fatti di cronaca abbiano reso urgente un intervento normativo a tutela dei lavoratori del SSN e la volontà del Governo di procedere in tal senso, in particolare implementando le misure repressive (arresto differito in flagranza). Tutti i rappresentanti sindacali intervenuti hanno ringraziato per questa attenzione e hanno tuttavia unanimemente sottolineato come, accanto all’implementazione anche in termini di efficacia delle misure repressive, sia comunque e principalmente necessario considerare innanzitutto il clima sociale alla base dei crescenti fenomeni di intolleranza in ambito sanitario e in specie le cause dello stesso, che risiedono nelle note carenze di risorse, strutturali, organizzative e di personale”. FVM ha però voluto sottolineare “come sia nondimeno da considerare l’importanza della prevenzione anzi, come le misure di tutela dei lavoratori debbano iniziare dall’implementazione proprio di obblighi di tale genere ai quali l’amministrazione sanitaria non possa sottrarsi”. “E’ perciò necessario – prosegue FVM – che un intervento normativo di prossima emanazione, seppure di condivisibile urgenza, non sia eccessivamente frettoloso, trascurando così ancora una volta aspetti non più rimandabili e che richiedono l’immediata previsione di specifici obblighi: l’obbligo di un’efficace gestione del rischio che i sanitari corrono, troppo spesso negletta da parte delle aziende sanitarie e ospedaliere nonostante ciò appartenga agli obblighi in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro (siano esse strutture del SSN o esterni alle stesse); l’obbligo di svolgere sempre in équipe le attività territoriali e in particolare quelle ispettive e di controllo e comunque ogni attività che fuori delle strutture non abbiano adeguata protezione; l’obbligo, per le amministrazioni di appartenenza del sanitario, di concreta partecipazione e completo patrocinio legale rispetto ad ogni necessaria azione di denuncia e ripetizione dei danni, materiali e non (come quelli esistenziali sempre più diffusi), nei confronti di chi abbia in qualunque modo, fisico e non, aggredito il sanitario”. FVM ha voluto così ribadire che, “se da un lato occorre certamente porre un freno efficace alla diffusione dei fenomeni intimidatori e di aggressione, di cui i recenti fatti di cronaca costituiscono solo la punta dell’iceberg, dall’altro deve essere considerato, non ulteriormente discutendo ma con un concreto e immediato intervento normativo, come i sanitari in fuga e quelli che sempre meno desiderano accedere al SSN saranno in ulteriore aumento se non avranno rapidamente almeno quelle garanzie. Di conseguenza, in un SSN già in grave sofferenza, specie nel settore dell’emergenza urgenza e nell’arginare le patologie animali che stanno rischiando di distruggere intere filiere agroalimentari nazionali di enorme valore, un mancato intervento legislativo del tipo sollecitato non farebbe che aggravare e accelerare tale processo dando il colpo di grazia ad un sistema già in agonia”. (AGI)