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Afd nel mirino dell'intelligence, inizia la grande fuga

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AGI – Sull’ultradestra tedesca pende la spada di Damocle dei servizi segreti. In quattro Laender della ex Ddr – sua cassaforte di voti – l’Afd è già stata messa “sotto osservazione” da parte degli 007 dell’Ufficio federale per la difesa della Costituzione (BfV), l’intelligence interna della Germania, convinto che la formazione guidata da Joerg Meuthen, Alice Weidel e Tino Chrupalla rappresenti in quelle realtà “un pericolo per la democrazia” a causa della sospetta vicinanza di alcune sue frange con realtà dell’estrema destra ai limiti dell’eversione, nonché per esternazioni che sovente echeggiano un immaginario da Terzo Reich.

In Turingia e Brandeburgo, il partito è ‘attenzionato’ dal BfV già dal 2020, da qualche settimana lo stesso succede in Sassonia-Anhalt e in Sassonia. In quest’ultimo Land si tratta di una notizia particolarmente sensibile, considerando che qui alle elezioni regionali del 2019 l’Afd era riuscita a conquistare il 27,5% dei voti, posizionandosi come seconda forza politica dietro la Cdu.

Il punto è che si moltiplicano le voci secondo le quali molto presto “l’osservazione” dei servizi segreti si estenderà all’Afd su base nazionale. A detta dei media tedeschi la decisione sarebbe imminente, e classificare la formazione dell’ultradestra come “caso sospetto” implica che gli 007 possono ricorrere a tutto l’armamentario d’indagine possibile, intercettazioni e pedinamenti compresi.

Anche il clero a favore del giro di vite

La questione è estremamente dibattuta in Germania. La stessa Afd si difende parlando di “strumentalizzazione politica” dei servizi d’intelligence e cerca di prevenire il salto di qualità in tutte le sedi giuridiche possibili. Ma pochi giorni fa persino i vertici della chiesa tedesca si sono espressi a favore di un giro di vite dei servizi segreti sull’ultradestra: il presidente della chiesa evangelica, Heinrich Bedford-Strohm, ha detto in un’intervista che l’osservazione da parte degli 007 “è doverosa”, e che è evidente che l’Afd non sia in grado di separarsi dalle correnti di destra estrema al suo interno.

Gli ha fatto eco il cardinale di Monaco di Baviera Reinhard Marx, secondo il quale il partito ha già mostrato “sin troppo materiale” a favore di un’osservazione da parte dell’intelligence, ricordando i risultati di un recente sondaggio della Fondazione Bertelsmann secondo cui almeno un terzo degli elettori dell’Afd mostra di avere opinioni chiaramente di destra estrema.

Un’ondata di defezioni

Il clima, insomma, non è dei più sereni tra le fila di “Alternative fuer Deutschland”, che ormai nei sondaggi non riesce quasi mai a superare il 10%, contro il 12,6% con cui fece trionfalmente il suo ingresso nel Bundestag nel 2017. E intanto, a quanto riferisce la Zeit, nel partito si moltiplicano i segni di una grande fuga: di militanti, di elettori, finanche di esponenti di primo piano.

I segnali d’allarme sono rumorosi: nel Baden Wuerttemberg è la deputata Doris Segner ad essersi dimessa, argomentando che l’Afd “non ha mostrato la volontà di limitare gli elementi più estremi”, mentre in sole sei settimane gli iscritti sono calati di 500 unità a 4200. A Brema ha fatto un passo indietro il presidente regionale Peter Beck, dato che “le forze moderate non riescono a imporsi su quelli della linea dura”. Nello Schleswig Holstein e in Bassa Sassonia, sono i deputati Frank Brodehl e Dana Guth ad essere passati armi e bagagli in una nuova formazione politica, la Lkr, fondata dall’ex leader Afd Bernd Lucke, spinto alle dimissioni diversi anni fa. A livello nazionale, il partito ha perso rispetto al 2019 ben 3000 iscritti, fermando il numero complessivo a 32 mila.

La reazione dei vertici

Appare significativo che da vertici e quadri dell’Afd sia ormai un profluvio di appelli a tenere duro: “Ci rivolgiamo a voi affinché i danni rimangano il più circoscritti possibile”, si legge in una mail inviata ai membri dalla presidenza di un’associazione regionale della Germania ovest. “Mantenete il vostro idealismo”, è l’appello reiterato, “soprattutto di fronte a coloro che stanno pensando se continuare il proprio impegno nell’Afd”.

E ancora: tutti si devono chiedere, continua la missiva, se farsi condizionare da “da un atto d’arbitrio del Verfassungsschutz” (il servizio segreto interno), oppure se continuare a osteggiare “la disastrosa politica degli altri partiti, che stanno portando il nostro Paese nell’abisso”. Eppure i vertici avevano cercato di arginare le correnti più estreme nell’Afd. Il capogruppo del Brandeburgo Andreas Kalbitz, uno dei suoi volti più noti dell’ultradestra, è stato cacciato dal partito per il suo passato di membro in una organizzazione considerata di matrice neonazista.

Le correnti estremiste

Considerato il leader dell’ala più nazional-conservatrice del partito insieme al controverso leader dell’Afd in Turingia, Bjoern Hoecke, è stato ritenuto colpevole di aver taciuto della sua iscrizione alla Heimattreue Deutsche Jugend, formazione neonazista vietata dal 2009, nonché per la sua militanza tra le file dei Republikaner, un altro partito dell’estrema destra, tra il 1993 e il 1994. La corrente più nazional-populista, la cosiddetta “Ala”, guidata dallo stesso Hoecke, formalmente è disciolta, ma secondo diverse indagini rappresenterebbe in realtà ancora una fetta decisiva del corpaccione del partito.

Problemi ci sono anche con l’associazione giovanile dell’Afd, la Junge Alternative, da quasi due anni classificata come “caso da analizzare” da parte degli 007 tedeschi, anche per i suoi rapporti con il cosiddetto Movimento degli Identitari, considerato ai limiti del neonazismo.

Sempre per parare il colpo prima che si abbatta la spada dei servizi, la direzione dell’Afd ha emesso di recente una solenne dichiarazione in cui si riconosce esplicitamente nell’ordinamento liberal-democratico e ‘ammette’ l’appartenenza allo Stato tedesco anche di persone che non siano di origini tedesche. Ebbene, a quanto riferisce sempre la Zeit, tutto questo non basterebbe a fermare la spada di Damocle dei servizi segreti.

L’ombra dello scioglimento

Tra i possibili scenari, c’è persino “la fine dell’Afd” se gli 007 dovessero mettere il partito sotto osservazione a livello nazionale. È quel che pensa per esempio un esperto di fenomeni di estrema destra come il sociologo di Duesseldorf Alexander Haeusler, intervistato dalla Tageszeitung: “La situazione per l’Afd è disastrosa, perché rischierà di perdere quegli elettori conservatori che non vogliono finire per essere considerati di estrema destra. Se dovesse crollare il ponte che collega il partito con il centro borghese, i suoi successi saranno solo un ricordo”.

Il riferimento è a quei militanti dell’Afd che sono impiegati nel servizio pubblico, come per esempio agenti di polizia, insegnanti o soldati, che si troverebbero in estrema difficoltà a militare in un partito indagato dai servizi. Ma in buona parte la responsabilità sarebbe degli stessi vertici del partito, incapaci di uscire dalla spirale dell’escalation: “L’Afd è scivolata sempre di più verso destra, scavandosi da solo la propria fossa”.

Vedi: Afd nel mirino dell'intelligence, inizia la grande fuga
Fonte: estero agi


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