L’incidente all’aeroporto di Fiumicino, con una aereo 787-9 della compagnia cinese Hainan Airlines costretto a rientrare poco dopo il decollo per un problema a un motore, è l’ennesimo che coinvolge un Dreamliner, il modello
bimotore turboventola a fusoliera larga che la Boeing ha lanciato nel 2011 come il suo gioiello per i voli a medio e lungo raggio. In questo caso non è chiaro se si sia trattato dell’impatto con alcuni uccelli ma di certo questo modello ha avuto una vita turbolenta.
L”aereo di linea da sogno’, all’avanguardia per consumi ridotti e silenziosità in cabina, aveva incontrato subito ritardi per la rivoluzionaria scelta di un uso estensivo di strutture in composito. A inizio 2013 erano emersi problemi di surriscaldamento delle batterie agli ioni di litio, che forniscono l’energia necessaria per i sistemi di bordo, con casi di fiamme a bordo che avevano imposto uno stop generalizzato dei Dreamliner. Nel 2022 la Federal Aviation Administration americana per la sicurezza dei voli aveva negato alla Boeing la possibilità di autocertificare la conformità dei Dreamliner perché un subappaltatore italiano (un’azienda di Brindisi) aveva utilizzato invece che lega di titanio il titanio di grado 2 dalle “proprietà meccaniche e di resistenza strutturale largamente inferiori”.
Nel giugno scorso, infine, la Boeing aveva avviato ispezioni sui Dreamliner in attesa di consegna per via dell’errata installazione di elementi di fissaggio su centinaia di velivoli ed era stato deciso di ritardare l’uscita dalla fabbrica per eliminare il difetto, pur garantendo che “non vi erano rischi immediati”.
Il Dreamliner è molto innovativo con l’ala di forma particolare che consente decolli e atterraggi anche in piste più corte della media. È il primo aereo di serie con la fusoliera assemblata grazie a sezioni a botte di materiale composito invece dei pannelli di alluminio tradizionali ma il massiccio ricorso a subappalti all’estero ha creato problemi e ha complicato il decollo di questo modello avveniristico. (AGI)