Sempre “in camicia, cravatta e libro, quando l’ho aiutato a traslocare è stato come spostare una biblioteca”. Il paradosso, dice la preside Leonarda Spagnolo dell’Istituto Jean Monnet di Mariana Comense, è che “ha formato con rigore generazioni di studenti ma ci lascia ‘impreparati’ alla sua assenza”.
Lo chiamavano ‘Il perfido’ per la sua severità – lui ci sorrideva su – ma nei ricordi ora tutti fanno brillare il suo “cuore d’oro”.
“C’era un motivo per la sua severità, ci preparava alla vita – riflette Giuseppe – e non mi può che tornare in mente la frase che in classe ripeteva sempre: ‘La vita è dura’”. “Collega disponibile, sorridente e conciliante, amico a volte timido ma generoso, solare e affettuoso”. “Prof. mancherà il suo sorriso”. “Il fatto di non poterla più rivedere dal vivo per un saluto e parlare della vita dopo le superiori è un grosso rammarico. Ha insegnato a tanti e creato un grande impatto nelle vite di molti”.
Si è sentito male durante una lezione in Dad il 30 marzo, ha spiegato agli studenti che doveva spegnere il pc – lui, docente di informatica – e chiudere la lezione in anticipo. Da allora non ha più dato notizie fino all’arrivo dei carabinieri che lo hanno trovato senza vita nella sua casa il giorno dopo, a 65 anni.