Il Napoli piange ‘Totonno’ Juliano, centrocampista e capitano degli azzurri negli anni ’60 e ’70 che da dirigente portò all’ombra del Vesuvio Rudi Krol e Diego Armando Maradona. Antonio Juliano si è spento in ospedale, dove era ricoverato, all’età di 80 anni. La Figc ha disposto un minuto di raccoglimento prima delle partite del weekend.
“Per due decenni è stato ‘il Napoli'”, ha sottolineato in una nota il club che lo ha definito “indimenticabile capitano ed eterna bandiera azzurra”.
Nato il giorno di Santo Stefano del 1942, Juliano aveva iniziato a giocare a calcio in strada nella sua San Giovanni a Teduccio prima di approdare al vivaio del Napoli da un’esperienza alla Fiamma Sangiovannese. L’esordio in A arrivò nel 1963, quando Petisso Pesaola lo fece debuttare contro l’Inter nell’anno della retrocessione in Serie B, ma nel 1965 contribuì al ritorno dei partenopei nella massima serie. Centrocampista elegante, generoso e diligente, indossò la maglia azzurra del Napoli (oltre a quella della Nazionale con 18 presenze e il titolo di campione d’Europa nel 1968) per 17 stagioni e in ben 394 partite, segnando 26 reti. Nel 1975 sotto Luiz Vinicio sfiorò anche uno scudetto poi vinto dalla Juve di “core ‘ngrato” Altafini, e conquistò due Coppe Italia (1962 e 1976). Nonostante un carattere insolitamente riservato e controllato per un napoletano, entrò nel cuore dei tifosi per l’orgoglio con cui indossò la fascia di capitano della squadra della sua città per ben 12 stagioni.
Dopo aver chiuso la carriera al Bologna, nella stagione 1978-79, diventò direttore generale del Napoli di Corrado Ferlaino andando a pescare l’olandese Ruud Krol nel suo autoesilio in Canada e poi convincendo Maradona a lasciare il Barcellona. Finita la carriera da dirigente, era stato opinionista per diverse tv private. (AGI)
SAR