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Addio a Piera Degli Esposti, attrice universale e fuori dagli schemi

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AGI – Una carriera tra il teatro, il suo primo amore artistico, la tv e il cinema quella di Piera Degli Esposti, scomparsa oggi a 83 anni dopo una lunga malattia. Numerosi i riconoscimenti ottenuti. Una carriera teatrale cominciata nel 1969, nel Teatro dei 101 diretto da Antonio Calenda, ed è lì che con lei ci sono anche figure che poi saranno un riferimento nel teatro italiano, come Nando gazzuolo e Gigi Proietti.

In tv invece l’esordio risale a qualche anno prima, al 1966 con lo sceneggiato “Il conte di Montecristo”, che ebbe enorme successo. E l’anno dopo ecco l’approdo sul grande schermo con il film “Trio”, diretto da Gianfranco Mingozzi, a cui seguirà “Questi fantasmi” con la regia di Renato Castellani.

L’attrice affronta “Il circolo Pickwick” di Ugo Gregoretti, il film “Medea” con la regia di Pier Paolo Pasolini e “Sotto il segno dello scorpione”, diretto dai fratelli Taviani. A teatro si cimenta con registi come Scaparro, Guicciardini, Sequi e Massimo Castri.

Nel 1980 ecco “Storia di Piera”, romanzo autobiografico scritto con la sua amica Dacia Maraini. Fu un romanzo di successo, il regista Marco ferrerai ne trasse un film con sceneggiatura della stessa Degli Esposti. All’inizio degli anni ’80 è diretta da Nanni Moretti in “Sogni d’oro” e in “Giocare d’azzardo”, regia di Cinzia TH Torrini. E sarà ancora Ferreri in quel periodo a sfruttare le sue doti di sceneggiatrice quando deve dirigere “Il futuro è donna”, con interprete la stessa Piera, sebbene in una parte minore, con Ornella Muti e Hanna Schygulla.

La carriera nel cinema prosegue con Lina Wertmuller, che la dirige in ben tre film: “Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada”, “Il decimo clandestino” e “Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica”.

Nel 1986 arriva il Nastro d’argento per la sua interpretazione di Teresa in “La coda del diavolo” diretta da Giorgio Treves. L’amore per il teatro resta intatto e cosi’ Piera vi lavora assiduamente, recitando in “Madre Coraggio”, “Prometeo” e lo “Stabat Mater”. Nel 1988 interpreta Venezia nel mediometraggio Biennale Apollo di Sylvano Bussotti prodotto dalla Biennale di Venezia.

Poi interpreta la Badessa nello sceneggiato di Salvatore Nocita “I promessi sposi” del 1989. Nel 1996 recita nel film “Nerolio”, incentrato su Pasolini, regia di Aurelio Grimaldi. Nel 2001 eccola nuovamente diretta da Ferrerai, il film si intitola “I Love You”, poi da Marco Bellocchio in “L’ora di religione”, con cui vince il David di Donatello per la migliore attrice non protagonista. Cinema e televisione la assorbono sempre più.

Prende parte ai film “Il vestito da sposa”, “Il compleanno” e “Il trentasette”, mentre per il piccolo schermo eccola nella fiction “Diritto di difesa”. Lavora in “Tre donne morali”, dove da ex suora diventa titolare di un cinema porno, e ne “La sconosciuta” di Giuseppe Tornatore, e per questo secondo film viene anche candidata ai Nastri d’argento. C’è anche un percorso di regista di opera lirica nella sua carriera: con ‘Lodoletta’ di Pietro Mascagni, ‘La notte di un nevrastenico’ di Nino Rota e ‘La voce umana’ di Francis Poulenc.

Nel 2008 interpreta il ruolo di Enea, la storica segretaria di Giulio Andreotti nel film “Il divo” di Paolo Sorrentino, in concorso al Festival di Cannes, un’interpretazione che le fa vincere un altro David di Donatello. Poi lavora con Maria Sole Tognazzi nel film “L’uomo che ama”, con Pierfrancesco Favino, Marisa Paredes e Monica Bellucci. Nel 2010 Giovanni Veronesi la dirige in “in Genitori & figli – Agitare bene prima dell’uso” e Marco Filiberti in “Il compleanno”.

Gira tre film per la tv: “Il mondo di Patt”, “Mannaggia alla miseria” e “Donne di Sicilia”. Nel 2011 gira a Cagliari “I bambini della sua vita”, regia di Peter Marciasi, e vince il Globo d’oro come miglior attrice. Il 25 novembre 2013, in occasione della presentazione del documentario “Tutte le storie di Piera” diretto da Peter Marcias al Torino Film Festival riceve il Premio Maria Adriana Prolo alla carriera, conferitole dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema.

Source: agi


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