AGI – Malgrado le buone prospettive occupazionali, più della metà (56%) delle imprese metalmeccaniche ha dichiarato di incontrare difficoltà nel reperire i profili professionali necessari per lo svolgimento dell’attività aziendale. E’ quanto si evince dall’indagine congiunturale di Federmeccanica.
Le competenze più difficili da reperire sono quelle tecniche di base/tradizionali (42,0%), seguite da quelle trasversali (31,0%); le competenze tecnologiche avanzate/digitali hanno riguardato il 24,0% degli intervistati.
Secondo quanto dichiarato da Stefano Franchi, Direttore Generale Federmeccanica, “dalla nostra indagine emerge che sono più le imprese che prevedono di aumentare l’occupazione rispetto a quelle che pensano di ridurla, c’è un saldo positivo di circa l’8%. Però non si trovano persone con le competenze necessarie. E’ un circolo vizioso che non ci possiamo permettere. Si deve invece attivare un circuito virtuoso con investimenti ben mirati nell’istruzione e con politiche attive efficaci. Bisogna fare presto e fare bene”.
Prosegue intanto il miglioramento della produzione metalmeccanica, dopo il crollo registrato nel 2020 (-13,5%). Secondo l’indagine, nel primo trimestre del 2021, i volumi di produzione sono cresciuti del 15,6% nel confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente e dello 0,8% rispetto all’ultimo trimestre del 2020. I risultati registrati nel confronto tendenziale sono in larga misura ascrivibili al mese di marzo che si è confrontato con il primo mese di lockdown (marzo 2020).
Il miglioramento osservato ha interessato tutte le attività dell’aggregato metalmeccanico che, in termini tendenziali, hanno evidenziato aumenti a doppia cifra.
Incrementi superiori alla media di settore si sono avuti nella fabbricazione di Prodotti in metallo (+16,1%), nelle attività Metallurgiche (+16,4%) e ancor più negli Autoveicoli e rimorchi (+23,0%) e nelle Macchine e apparecchi elettrici (+24,3%).
Dall’indagine, emerge inoltre che la gran parte delle imprese (84%) ha risentito del rincaro dei prezzi dei metalli e dei semilavorati in metallo utilizzati nei processi produttivi e l’incremento dei costi di produzione nel 60% dei casi determinerà sia un aumento dei prezzi di vendita sia una riduzione dei margini di profitto.
Il 54% delle imprese ha, inoltre, dichiarato di avere difficoltà di approvvigionamento dei metalli e semilavorati in metallo a causa della loro scarsità sul mercato e in alcuni casi anche per la bassa qualità di parte dell’offerta. La difficile situazione in atto potrà determinare addirittura un’interruzione dell’attività produttiva, così come dichiarato dal 14% delle imprese partecipanti.
Source: agi