AGI – Ci sarà anche l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, tra i volontari che domani consegneranno oltre mille pasti, cucinati da vari chef stellati, alle famiglie più in difficoltà. Un’iniziativa organizzata dal Banco Alimentare del Piemonte, che sostituisce l’ormai tradizionale “cena dei 1.000”, offerta alle famiglie fragili nei giorni di Natale e non tenutasi quest’anno a causa dell’emergenza sanitaria.
Nosiglia vestirà i panni del ‘rider’ e distribuirà i pacchi contenenti il pranzo già cucinato e qualche accessorio a sei famiglie, ospitate in uno stabile messo a disposizione dalle Suore Albertine in via Carrera, a Torino, che accoglie temporaneamente famiglie sottoposte a sfratto esecutivo per morosità incolpevole.
Sono ventotto i ristoranti coinvolti, ognuno dei quali domenica mattina preparerà 40 pasti di tre portate ciascuno (primo, secondo e dessert), che verranno recapitati a 1.120 persone, per un totale di 3.360 piatti, racchiusi in 250 box.
Ogni famiglia riceverà, inoltre, una borsa arancione di doni contenente una bottiglia di vino, un sacchetto di gianduiotti, uno di ovetti, e una mini-colomba, un pacchetto di caffè, un libro regalato da vari editori locali, una piantina di fiori e una tovaglietta per rallegrare il pranzo domenicale. Gli chef proporranno piatti quali lasagne vegetariane, cannelloni di magro, timballi di riso con verdure primaverili, frittate di erbe spontanee, rabaton (gnocchi vegetali) con ortiche, la zuppa di enkir (un antico cereale) con carciofi al pesto, interpretazioni della parmigiana di melanzane o della torta pasqualina.
Non mancherà il pesce, mentre nessuna pietanza conterrà carni di vitello, suino, ovini o volatili, per rispettare le tradizioni culinarie e religiose delle famiglie a cui sono destinati i box solidali.
L’iniziativa potrà essere seguita in diretta su Facebook, dalle 10 alle 12.30, collegandosi alla pagina del Banco Alimentare del Piemonte. “In un anno così complicato – spiega Salvatore Collarino, presidente del Banco Alimentare del Piemonte – abbiamo capito che la solidarietà si deve reinventare ogni giorno, per non fermarsi. Così abbiamo deciso di dare vita a un’iniziativa che porti uno sguardo di speranza sul domani”.
Per i food writer Clara e Gigi Padovani, entrambi coinvolti nel progetto, “da questi trenta cuochi parte un messaggio positivo, accendono i fornelli per gli ultimi, per chi è più in difficoltà di loro. Ed è un segnale per dichiarare che “ci sono”, “aprono per gli altri” e sono pronti a ripartire. Molti dei locali, chiusi da settimane per la pandemia, apriranno i battenti per questo Pranzo a Mille e stanno facendo la spesa per l’evento. Tutto ciò ci riempie di speranza in questi giorni difficili”.
Source: agi