AGI – Un orto medievale nel cuore della Siena antica. Ma non solo. A fare da cornice ci sono anche un asino, capre, galline, oche, conigli e per di più tutti liberi. Ma la sua natura è quella di orto, con un’ampia varietà di piante alimentari già coltivate da tanti secoli: orticole, aromatiche, e anche tintorie. Visto in fotografia potrebbe sembrare una fattoria come quelle che si potevano trovare un tempo nelle campagne senesi.
In realtà è un ampio appezzamento di terreno situato nella Valle verde di Porta giustizia, oggi conosciuta come vallata dell’Orto dei Pecci a qualche centinaio di metri da Piazza del Campo, in pieno centro storico di Siena, con la Torre del Mangia in bella vista. E’ un luogo storico, soprattutto per il ruolo che ha avuto nella vita della città, in particolare per l’attenzione verso i più deboli.
“La vallata dell’Orto dei Pecci oggi dominata da campi, quasi del tutto priva di edifici – spiega lo studioso e giornalista Giacomo Luchini – fu scelta ai primi del trecento dalle autorità comunali dell’epoca per ospitare gli immigrati che ambivano a diventare senesi a tutti gli effetti”. Un salto di qualche secolo e si arriva al 1918, anno in cui fu aperto a Siena l’ospedale psichiatrico di San Niccolò, che ospitava persone con problemi mentali o ritenuti tali dalla medicina di allora, provenienti dal senese, ma anche da città della Toscana e dall’alto Lazio, in particolare dal viterbese.
I ‘matti’ negli anni furono impegnati, come aiuto alla cura, nei terreni della valle compresa nel perimetro dell’ospedale, nel lavoro in agricoltura soprattutto, che forniva prodotti per le esigenze di tutti i numerosi ospiti dell’ospedale psichiatrico, in alcuni periodi oltre duemila. Ma negli anni Settanta si è fatta strada, grazie allo psichiatra Franco Basaglia, l’idea di un modo diverso di cura della malattia mentale. Una rivoluzione, che metteva in discussione l’ospedale psichiatrico, anche come struttura fisica. Si parlava allora di “matti da slegare”. E anche a Siena il vento della nuova psichiatria si fece sentire.
Su iniziativa di medici e infermieri dell’ospedale psichiatrico, prima ancora che la struttura chiudesse definitivamente, fu fondata la cooperativa ‘La proposta’ con lo scopo di continuare in altro modo il lavoro di recupero su persone che stavano lasciando il San Niccolò ma che rischiavano di restare senza aiuto nell’affrontare la nuova realtà. Era il 14 luglio del 1983. Alla cooperativa fu affidata dal Comune la gestione dell’Orto dei Pecci che, in maniera diversa, ha continuato ad avere un ruolo per chi è svantaggiato e fa fatica ad adattarsi.
Primo presidente Andrea Friscelli, convinto del lavoro da fare sul territorio per ‘i matti’ dopo l’esperienza ormai al termine dell’ospedale. “Con un gruppo di persone fondammo questa cooperativa davanti ad un notaio senese. Tutto sommato – spiega – posso dire di essere soddisfatto perche abbiamo comunque conservato la nostra vocazione verso il sociale prima lavorando con gli psichici poi aprendo ad altre persone svantaggiate” puntualizza.
“Attualmente – aggiunge Maura Martellucci che fa parte del consiglio d’amministrazione della cooperativa ed è responsabile del ristorante, oggi chiuso per Covid, che opera nella vallata – nella cooperativa sono impegnate una trentina di persone, tra cui anche alcuni ex carcerati, tossicodipendenti, alcolisti, e anche persone entrate in povertà o profughi”.
Dal 1983 ‘la Proposta’ ha diversificato i suoi progetti. Oltre al ristorante, l’attività a Siena più conosciuta, ha ottenuto appalti per la raccolta differenziata dei rifiuti per conto della società Sei Toscana, svolge lavoro di giardinaggio per privati, fa traslochi, ha organizzato campi estivi per bambini, percorsi turistici e didattici in particolare per le scuole con i giovanissimi scolari che hanno imparato a conoscere le numerose piante dell’orto o gli animali che vi pascolano. In passato la cooperativa era arrivata ad avere anche a cinquanta dipendenti, ma le crisi economiche hanno pesato molto.
Tanto che i percorsi didattici si sono rarefatti perche fa presente Martellucci “le scuole non avendo più possibilità di pagare queste attività ( i tagli nelle scuole sono stati consistenti negli anni ndr) non potevamo far pesare sulle famiglie, già ampiamente sollecitate, le spese per la partecipazione ai campi solari e alle varie iniziative programmate all’Orto dei Pecci”.
“Problemi ce ne sono – riconosce il presidente della cooperativa Giovanni Passaniti- la crisi del 2008 ha pesato non poco. Anche a Siena dove Montepaschi con i suoi bandi dava lavoro”. Nonostante le difficoltà l’attività va avanti, tenendo presente la scelta iniziale di aiutare gli ultimi. “La scelta – aggiunge Martellucci – è di riportarli ad una vita normale”.
Vedi: A Siena è nato un orto medievale (per beneficenza)
Fonte: cronaca agi