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A PALERMO IL “SICILIA QUEER FESTIVAL”

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L’undicesima edizione della rassegna cinematografica vuole fortemente continuare a essere un’occasione di incontro tra operatori, critici e registi internazionali, che avranno la possibilità di incontrare il pubblico al “Cinema De Seta” dei Cantieri Culturali alla Zisa del capoluogo siciliano

fonte: Sicilia Queer Fesstival

L’undicesima edizione del Sicilia Queer resiste, rilancia e si realizza in presenza, mantenendo la continuità anche nel secondo anno pandemico, con l’ambizione di rappresentare un presidio culturale significativo nel panorama italiano. Nonostante il Coronavirus e tutte le incertezze di un anno difficilissimo, dopo lunghi mesi di chiusura delle sale cinematografiche e degli spazi culturali, il Sicilia Queer realizza da ieri 3 e fino al 6 giugno una prima corposa parte di questa edizione che proseguirà dall’8 al 12 settembre con le sezioni competitive e la sua consueta programmazione.

Il Festival si è aperto giovedì 3 giugno con la proiezione in anteprima regionale di Happy Together, film cult di Wong Kar-Wai restaurato in 4K che prevede l’integrazione di alcune scene censurate dalla distribuzione negli anni Novanta: una scelta di campo che intende sostenere con convinzione Una questione di stile, coraggioso progetto distributivo della Tucker Film.

Già dal 29 maggio, e fino al 5 giugno, la sezione Nuove Lezioni Siciliane propone il workshop condotto dal regista palestinese Kamal Aljafari, che coinvolge dodici studenti provenienti da tutta Europa per una settimana di seminario intensivo con uno degli autori più poetici del cinema contemporaneo, premiato in tutto il mondo. Alle attività seminariali si affiancano anche proiezioni e incontri – in dialogo con critici e studiosi di cinema come Davide Oberto e Paola Caridi – aperti al pubblico, che sfoceranno nel convegno internazionale Transitions: Moving Bodies and Images organizzato dal NECS (European Network for Cinema and Media Studies) e in programma online (Palermo, 7 – 13 giugno). In quella stessa sede, martedì 8 giugno è previsto un incontro con Kamal Aljafari dal titolo Cinema as a Country, mentre domenica 13 giugno Queering Mediterranean Identities si svolgerà un appuntamento con lo scrittore e regista franco-marocchino Abdellah Taïa, uno dei tre keynote speaker del convegno.

La prima parte del Sicilia Queer recupera nello stesso tempo alcune delle sezioni storiche del Festival che lo scorso anno, eccezionalmente, sono state sospese per la pandemia: la sezione “Presenze”, dedicata alla retrospettiva integrale e all’analisi di un giovane talento del cinema portoghese contemporaneo come Carlos Conceição, di cui si presenterà tra gli altri in anteprima nazionale il recente Um fio de baba escarlate, e che dialogherà con registi come Antonio Piazza e Fabio Grassadonia ma anche con l’inglese Beatrice Gibson. Ma riparte inoltre “Carte postale à Serge Daney”, la sezione dedicata alla storia del cinema, che proseguirà anche nella seconda parte del festival e che presenta a giugno in anteprima nazionale Deux, trois fois Branco (Francia, 2018) film di Boris Nicot dedicato al produttore indipendente Paulo Branco.

Tra i titoli della sezione non competitiva “Panorama Queer” spicca la presenza dell’ultimo film di Bertrand Bonello, Zombi Child (Francia, 2019), ma pure l’ultimo film di Bruce LaBruce Saint-Narcisse, nonché i due vincitori del “Teddy Award” al Festival di Berlino 2020, Si c’était de l’amour (Francia, 2020) dell’austriaco Patric Chiha dedicato alla compagnia di Gisèle Vienne e l’opera prima di Faraz Shariat Futur Drei (Germania, Iran, 2020), film di chiusura di questa prima parte del festival.

Più in generale il Sicilia Queer vuole fortemente continuare a essere un’occasione di incontro tra operatori, critici e registi internazionali, che avranno la possibilità di incontrare il pubblico al “Cinema De Seta” dei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo. Proseguono, inoltre, le collaborazioni del festival con altre realtà culturali significative come la “Fondazione Feltrinelli” di Milano, il ciclo di appuntamenti di “We Women” (11 – 12 giugno) si occupa della curatela del programma performativo con lo spettacolo di danza contemporanea Mondo di Gennaro Lauro (Compagnia Sosta Palmizi) e delle proiezioni di Indianara di Aude Chevalier-Beaumel e Marcelo Barbosa, e Rose Minitel di Olivier Cheval.