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A Palermo Il centro-destra al potere. Tramontata l’era Orlando

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A Palermo tramonta l’era di Leoluca Orlando: Roberto Lagalla eletto sindaco di Palermo, a primo turno, su una percentuale di votanti (il 41%) mai così bassa nella storia della città… e spazza via così un trentennio di politica e di amministrazione all’insegna della discontinuità con il passato, in cui governavano i “comitati d’affari” e l’inciviltà.

Anna La Mattina

Si sta connotando bene Roberto Lagalla, il neo sindaco del capoluogo dell’isola e quinta città d’Italia per estensione; primo atto politico: identificarsi, senza mezzi termini,  come “l’anti-Orlando sul piano politico-amministrativo di Palermo.

Appena insediato, le sue parole furono di “circostanza”, evocando i più nobili dei propositi (come al solito!): “Questa casa comunale dovrà essere il balcone (evocativa memoria del famoso Ventennio?) dell’amministrazione sulla città di Palermo dal quale e attraverso il quale possano entrare e uscire proposte con tutte le forze produttive di questa città e con tutti i portatori di legittimi interessi. Palermo ha bisogno di correre sulla strada dell’ulteriore sviluppo, dell’emancipazione e della lotta alle diseguaglianze”

Poi, però, ha proseguito chiedendo l’aiuto di tutti ed evocando “qualcuno” di invisibile (piuttosto comodo direi): “A tutti chiedo volontà di lavoro, pazienza e impegno perché solo attraverso questa ricetta potremo fare ciò che i palermitani ci chiedono di fare. Ma per non deluderli non potrò rimanere solo a fare il Don Chisciotte, tutti dobbiamo lavorare per la città. Che Dio e Santa Rosalia aiutino Palermo; però noi facciamo di tutto perché l’aiuto divino possa saldarsi con l’impegno generoso degli uomini e delle donne di questa città” (il suo impegno escluso… lo sottintende lui!). 

Insomma, un continuo defilarsi… forse perché, una volta lì, sui carboni ardenti, essendo finita la pacchia della gratuita e pretestuosa opposizione, finalizzata a distruggere ogni idea (non importa se buona o cattiva) degli avversari politici al governo, pena la pelle dei palermitani, quelli stessi, con fare demagogico, professa di volerne il bene, ma che, contemporaneamente, invita a collaborare per la buona amministrazione… perché lui non può fare il Don Chisciotte della situazione!

Eccome se non bastasse, l’ex Magnifico Rettore dell’Ateneo palermitano, invoca niente di meno che Dio e la Santuzza (traduco per i non palermitani: Santa Rosalia); comodo direi, come paravento!

Il problema serio è il livello culturale della massa, l’ignoranza diffusa rispetto alle regole democratiche e amministrative, che consentirebbero alla gente che lo ha votato di discernere tra il vero e il falso, blaterato da una mentalità retrograda e quanto mai allergica al senso civico e al rispetto delle regole fondamentali della convivenza civile, nonché foriera di una mentalità mafiosa, stagnante e dura a morire.

Vediamo cosa ha fatto Lagalla, tra le prime cose, per impressionare l’opinione pubblica. Diciamo che un certo abito di “Antimafia di facciata” doveva pur indossarlo: Il 21 giugno, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla stamattina ha deposto una corona di fiori davanti al monumento di piazza XIII Vittime, dedicato “Ai caduti nella lotta alla mafia”, che dopo qualche minuto di “raccoglimento”, rivolgendosi ai giornalisti ha detto: “E’ un atto doveroso che spero serva a chiudere definitivamente”. Chiudere con “cosa”, però non l’ha specificato! Forse ci vuole troppo coraggio a bandire pubblicamente la mafia dal palazzo: primo segno di discontinuità con il recente passato!

Tra i primissimi atti amministrativi, senza ancora aver definito la sua Giunta (della quale ha annunciato che saranno tutte persone di alto profilo morale ed istituzionale, nonché dalle straordinarie capacità amministrative), troviamo l’abolizione delle isole pedonali del bellissimo centro storico di Palermo, prima tra tutte Piazza Bellini, proprio alle spalle di Palazzo delle Aquile (sede del Comune, appunto!) e sulla cui deliziosa piazzetta si affaccia la bellissima chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, detta comunemente “La Martorana”, con annessa chiesetta di San Cataldo, in splendido stile arabo, con le cupolette rosse, meta obbligata del buon turista che si rispetti. Ma il sindaco Lagalla evidentemente preferisce affacciarsi dalla finestra o dal balcone (come lui stesso ammette) e godersi lo splendido ingorgo di macchine posteggiata, con quella fantasia tutta palermitana di posteggio in doppia e tripla fila, con folkloristici posteggiatori abusi che sfoggiano un dialetto caratteristico palermitano, goduria per le orecchie dei turisti che, facendo gimkana tra le auto, siano arrivati a visitare i predetti gioielli della storia dell’arte!

A Lagalla piace così! Non sappiamo ai suoi elettori… e come se ciò non bastasse, ecco che a Roberto viene un’altra “pensata”: Mondello! Ma perché mai quello strano di Orlando, trent’anni fa ha restituito ai pedoni il delizioso borgo di pescatori e la sua bellissima spiaggia, restituendo anche la splendida vista mare, con Monte Pellegrino sullo sfondo e l’Antico stabilimento balneare, una delle opere architettoniche in stile Art Nouveau più belle d’Europa, costruito nei primi del Novecento? Ma perché mai turisti e cittadini devono godersi tutto questo, passeggiando in santa pace, senza fretta e stress, godendo di simili bellezze sul golfo di Palermo? Non è meglio far ritornare le macchine ad intasare la strada, la piazza e il lungo mare, arricchendo di spettacolo folk a buon mercato (il prezzo di un posteggio) regalato dai soliti posteggiatori abusivi? A questo punto mi viene il sospetto che tali personaggi facciano parte del corposo elettorato che ha rimandato la destra al potere nella nostra città… perché altrimenti non me lo spiego davvero: questo sindaco che dovrebbe essere un intellettuale tra gli intellettuali, nonché due volte assessore regionale, alla Sanità (2006-2008) e all’istruzione e Formazione professionale (2017-2022), non capisco, al di la di tutte le differenti concezioni politiche tra un centro-destra ed un centro-sinistra, come faccia a ragionare in questa maniera. Certe cose fanno parte di una cultura civile di base, più che di una determinata concezione politica!

Ancora attendiamo i nomi dei preannunciati plurititolati collaboratori, che andranno a definire la compagine di giunta amministrativa: “Tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima conto di potere presentare la Giunta, della quale abbiamo bisogno per avviare ancora più concretamente il lavoro dell’amministrazione comunale”. Ma il sindaco Roberto Lagalla non “sgancia” un solo nome, stringe sui tempi di nomina degli assessori, che nominerà dunque prima dell’insediamento del nuovo Consiglio Comunale. Si lascia sfuggire soltanto la probabile nomina di un “renziano” nella compagine amministrativa: “I renziani? Non mi risulta che ci siano: Lavoriamo per Palermo è una lista civica ed è prevedibile che possa avere un posto”.

Interessante “la lista della spesa” presentata da Gianfranco Micciché, leader di Forza Italia, al neo sindaco: Giulio Tantillo come presidente del Consiglio; Rosi Pennino, Aristide Tamajo e Andrea Mineo come assessori.

Interessante la presenza di Rosy Pennino, ex moglie del renziano senatore Davide Faraone ed insieme a lui ex attivista della Sinistra giovanile, dei Democratici di sinistra di Palermo (eredi del PCI), successivamente del PD e recentemente “acquistata” da FI. Il nome di Francesco Cascio, che sembrava dovesse fare il vicesindaco, però non sarebbe stato indicato nella lista consegnata dal coordinatore degli azzurri; eppure aveva ritirato la sua candidatura a sindaco per convergere su Lagalla. Nei partiti della coalizione si parla di una sua candidatura a vicesindaco, ma stranamente il suo nome non figura nella “lista” delle richieste di Micciché.

Ciò che mi dispiace è che la città non avrà ciò di cui ha bisogno e che in consiglio comunale non vedremo una sana opposizione competente, coesa e determinata.

In fatto di coesione e determinatezza il centrodestra ha sempre tenuto banco all’opposizione, attraverso un uso demagogico dei meccanismi di garanzia della trasparenza, attraverso il legittimo controllo che il consiglio comunale (l’assemblea del popolo!), deve esercitare sugli amministratori, affinché questi facciano realmente gli interessi della città. Invece il centro destra ha sempre usato abilmente questo meccanismo democratico a fini meramente demagogici. Intralciare l’operato dell’amministrazione che si vuole rovesciare. Il popolo ignorante dei meccanismi di potere, additerà il sindaco in carica …ed il gioco è fatto! Alle prossime elezioni assalto alla diligenza e presa del potere.

Adesso attendiamo di vedere cosa e come il Sindaco Lagalla e la sua onorevole squadra saranno capaci di fare. Se questo è l’inizio… il seguito non tarderà a manifestarsi!

Palermo, 30.06.2022