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A Genova risorge lo storico cinema 'America' ma ora "ora fateci aprire"

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AGI  – Era una delle sale nate nel dopoguerra: sotto il nome di Dioniso, aveva aperto i battenti nel marzo del 1959. Ma prima di compiere 60 anni, nel novembre 2018, il ribattezzato cinema “America” aveva chiuso, come un sogno infranto, lasciando un vuoto in una delle zone tra le più frequentate e caratteristiche di Genova.

Parliamo di piazza Colombo e dell’omonima via dove ora, in un momento tanto duro per il settore quale quello segnato dalla pandemia Covid, l'”America” rinasce.

La nuova insegna è stata montata, ma il cinema rimarrà chiuso finché non cambieranno le norme di contenimento anti contagio in vigore ormai da molti mesi. In questo nuovo corso la sala è gestita da Circuito Cinema Genova che include anche l’Ariston, il City, il Corallo, l’Odeon e il Sivori, altre sale storiche della città.

“L’idea di recuperare l’America era nata in periodo pre covid – spiega all’Agi Alessandro Giacobbe, presidente di Circuito Cinema Genova – La nostra filosofia, che è sempre stata quella di evitare le chiusure dei cinema della città, ci ha guidato anche in questa circostanza: abbiamo pensato che, nell’ottica fiduciosa di un ritorno alla normalità, fosse importante non desistere dal progetto e riportare il pubblico in questa sala.

Abbiamo iniziato la ristrutturazione a settembre e avevamo l’obiettivo di riaprire entro Natale. Non è stato possibile, a causa delle chiusure imposte dalla pandemia. Quindi abbiamo rallentato un poco i lavori, ma di fatto ora siamo pronti a riaprire, non appena la normativa lo consentirà”.

Uno sforzo sovrumano se pensiamo a come il Covid ha pesato sul settore cinematografico, in particolare sulle piccole sale: “Nel 2020 abbiamo avuto una perdita di fatturato di circa il 75%, pur calcolando i mesi di apertura di gennaio-febbraio che erano stati ottimi, sulla scia di un 2019 che era stato d’oro per il cinema – racconta Giacobbe – Se poi ragioniamo da marzo 2020 ad oggi, la perdita arriva a quasi il 90%.

Possiamo solo sperare di ripartire al più presto e recuperare la fiducia del pubblico, considerando che nonostante le lunghe chiusure, i cinema non sono mai stati responsabili reali di contagi”.

Nei cinema non si sono registrati contagi

La prova, dice Giacobbe, “è anche data dai periodi di breve apertura, come la scorsa estate: non è mai stato registrato nessun contagio nelle sale, anche perché eravamo tra le strutture più rigidamente soggette a protocolli di sicurezza sanitari. Abbiamo rispettato sempre il tracciamento dei dati, l’obbligo di mascherina, sanificazione, distanziamento in sala. Tutte situazioni decisamente più controllate e sicure rispetto a tanti altri luoghi dove ci rechiamo per fare shopping o per spostarci in città.

Crediamo sia difficile capire l’eventuale proroga di una chiusura, specie in luoghi come i nostri che non creano assembramenti. O ci hanno omologato ai grossi multiplex dei centri commerciali, che possono essere visti come più a rischio, o davvero non capiamo come non si possa riprendere l’attività”.

Il nuovo cinema America manterrà due sale, una grande da 220 posti (rispetto ai 350 precedenti) “perché privilegiamo il comfort” sottolinea Giacobbe; l’altra più piccola, da 110 posti. Nel momento della riapertura, gli ingressi potrebbero però essere inferiori ai posti disponibili.

“Le nostre sale rispettano i normali standard di sicurezza. In più, come già accaduto per i nostri altri cinema, stiamo installando filtri sanificatori antibatterici negli impianti di climatizzazione, in modo che i ricambi d’aria già presenti nelle nostre sale, daranno maggior sicurezza da questo punto di vista” dice Giacobbe. Arredi, servizi igienici, poltrone, impianti tecnologici sono stati tutti cambiati per un cinema che ha attraversato innumerevoli fasi nei suoi ormai 65 anni di esistenza: nasce infatti come sala di prima visione, ma intorno al 1980 passa al circuito a luci rosse.

Resta un cinema “per pochi” fino al 1997, quando viene rilevato da Luigi Cuciniello, che lo riapre nell’ottobre 1997 col nome di “America”. Da lì, torna ad essere sala per tutti, con film di qualità. Poi, nel 2018, la chiusura e il licenziamento dei 5 dipendenti.

“Il Circuito cinema Genova oggi si avvale della collaborazione di 30 dipendenti – dice Giacobbe – contiamo con la nuova apertura di averne altri 3”. Il sogno ora è poter riaprire presto, magari a marzo con “Minari” di Lee Isaac Chung, prodotto da Plan B, la società di Brad Pitt, in Italia grazie ad Academy Two, e nominato ai Golden Globes nella categoria Miglior film in lingua straniera: “Sarebbe bello ricominciare così” confessa Giacobbe. Perché se si ricomincia, meglio farlo in grande. 

Vedi: A Genova risorge lo storico cinema 'America' ma ora "ora fateci aprire"
Fonte: cronaca agi


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